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Palermo, Di Mariano. “Voglio la A coi rosa, ma serve pazienza. Genoa? Barbera arma in più”

Francesco Di Mariano si presenta come nuovo giocatore del Palermo. Un ritorno a casa per lui, che non vedeva l’ora di indossare il rosanero. Queste le sue parole in conferenza stampa: “La trattativa in molti pensano che sia iniziata molto prima, ma quando ci sono stati dei rumors non c’era nulla di vero. È iniziata quando è arrivato Corini. C’erano offerte di altri club. La mia volontà era quella di essere qui. Il gruppo ha fatto qualcosa di grandioso l’anno scorso, c’era tanto entusiasmo e tanta positività. È per questo che ho voluto fortemente la fumata bianca. Vivere da palermitano questa rinascita era un mio sogno”.

Il giocatore arrivato dal Lecce ha fatto tanta Serie B negli anni passati. Lui stesso si rende conto di quanto sia complicata questa categoria. Complicazioni emerse nelle ultime gare del Palermo: “È il mio settimo anno in Serie B, ne ho passate tante. Dalle Vittorie degli ultimi due anni a questo momento difficile. È l’inizio, siamo un gruppo nuovo e stiamo cercando di creare un unico. Ci vuole tempo. Bisogna restare positivi e lavorare sugli errori. È l’unica cosa che possiamo fare. Dobbiamo reagire subito, senza guardarci indietro. Non c’è un’altra soluzione. Se non ci crediamo non serve a niente”.

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Palermo e Di Mariano già vicini in passato

Durante la conferenza stampa Di Mariano ammette che il Palermo lo aveva cercato in passato. Alla fine però non si è concretizzato nulla. Fino alla chiamata di Leandro Rinaudo, avvenuta nei giorni scorsi: “Io sono stato in passato accostato al Palermo. Avevo 13 anni, c’erano Massara e Sabbatini. Sono stato in prova con 40 ragazzini un mese e mezzo, ma avevo voglia di giocare e divertirmi e quindi sono andato a Lecce. Il Palermo non si è più fatto vivo”.

Il suo addio alla città natale non è stato facile. I consigli di uno zio d’eccezione come Totò Schillaci gli sono stati molto utili. Anche se di fatto i due non sono stati molto a contatto: “Io sono andato via da Palermo molto piccolo, ho vissuto mio zio poco. Io sono qui e sono responsabile perché sono Di Mariano e sono palermitano, non perché sono nipote di Totò Schillaci”.

Di Mariano ha già assaggiato Palermo da rosanero la scorsa settimana. Al suo ingresso a gara in corso contro l’Ascoli lo stadio si è acceso. Lui stesso ha provato bellissime sensazioni: “Il Barbera è stata un’emozione fortissima, che non pensavo di vivere. Quando sono entrato con la maglia rosanero davanti alla mia gente è stato incredibilmente bello. Essere qui è un onore. Al giorno d’oggi la responsabilità non si ha per un nome e per un numero, ma per quello che portiamo davanti, ovvero lo scudetto. La maglia va onorata per questo. La responsabilità dobbiamo averla tutti, anche chi arriva da Bolzano. La storia di questo club e questa piazza danno una responsabilità enorme”.

La voglia di gol e di Serie A

Di Mariano è un giocatore in grado di coniugare gol e assist. Tanto che lui stesso passa in rassegna le sue precedenti annate sul piano realizzativo: “Il primo anno a Venezia ne ho fatti 8 e poi mi sono infortunato, l’anno scorso 6 e poi stessa cosa. La qualità di un giocatore non si vede soltanto nei dati relativi a gol e assist. I numeri voglio migliorarli, non c’è dubbio. Il calcio di oggi è però tanto moderno che correre per i miei compagni è un metro più importante. È un segnale del fatto che serve sacrificio e dedizione. A volte per questo pecco di lucidità davanti la porta. L’anno scorso ho avuto tante occasioni ma non sono riuscito a sfruttarle. Quest’anno il mio obiettivo è fare sempre meglio e migliorarmi grazie ai consigli del mister Corini e di Santana, che sono sicuro potrà darmi una mano a fare più gol e assist”.

Anche quest’anno “Kekko” è costretto a ripartire dalla Serie B, nonostante abbia conquistato la massima categoria sul campo. Una situazione che spera di poter invertire a Palermo: “Non penso di non meritarmi la Serie A. A Venezia ero in scadenza, avevamo trovato un accordo per il rinnovo ma non stava bene a nessuna delle due parti. Poi è arrivato il Lecce e volevo vivere quella piazza. Lì l’addio è stato inaspettato, perché ero un protagonista. Ne prendo atto e lo accetto, fa parte del mio lavoro e provo a farne un punto di forza. Adesso sono a Palermo, una piazza ancora più grande con nuove basi. Spero di arrivare al tetto di questo Palermo, perché quando si costruisce una casa si parte sempre dalla fondamenta e io ne faccio parte”.

Un altro aspetto importante è legato alla maglia, la numero 10. Non un numero banale, che Di Mariano vuole onorare al meglio a Palermo: “Ci sono stati giocatori importanti con la 10 in altre ere, ma io non raccolgo l’eredità di nessuno. Io onoro i colori, non il numero. Ho 26 anni e mi sento pronto per indossare questa maglia”.

Il legame tra Di Mariano e Corini

A Palermo il fantasista ha ritrovato Eugenio Corini. Una reunion che parte da lontano, anche in termini geografici: “Sono cresciuto molto a Novara, avevo 20 anni ed era la mia prima B. Corini lo ringrazio perché ha avuto il coraggio di buttarmi in campo. È partita lì la mia carriera. Sono maturato tanto, 4 anni fa ho raggiunto la mia maturità. Gli ultimi due anni mi hanno portato ad avere maggiore consapevolezza. Nessuno però vince da solo, ci vuole un grande gruppo. La squadra si crea in campo. Se riusciamo a creare sia un gruppo sia una squadra possiamo toglierci grandi soddisfazioni”.

Il nuovo numero 10 rosanero sta familiarizzando con i nuovi compagni. Tanto da trovarsi bene con gente come Leo Stulac, in grado di dettare i tempi di gioco: “A livello tattico mi piace sia ricevere la palla nei piedi sia in profondità, perché sfrutto la velocità e quando le difese sono alte creo più difficoltà in profondità. Se vedo uno spazio penso ad attaccare, soprattutto con giocatori come Stulac. Quando le difese sono più chiuse è logico che sia più difficile per tutti, perché hai 7-8 giocatori davanti alla porta e non posso scartarli tutti. Mi regolo in base alla partita”.

E poi c’è un feeling da affinare con Matteo Brunori. Queste le parole di Di Mariano sul bomber del Palermo: “Ha le caratteristiche giuste per il 4-3-3, perché è molto tecnico. Si diceva lo stesso di Coda, che sembrava da solo. La punta però fa da collante con gli esterni. Sembra isolato, ma non lo è. Ha più da fare in fase di non possesso. Cercheremo di assimilare bene le indicazioni del mister e di dialogare di più. Dobbiamo avere pazienza”.

Una volta trovata la giusta amalgama, si potrà parlare di obiettivi. L’ex giocatore di Novara e Venezia non vuole porre l’asticella troppo in alto: “Io penserei a raggiungere il prima possibile i 40 punti, ci sono almeno 15 squadre che possono salire. Ci saranno delle sorprese. Gli ultimi due anni di B saranno difficili. Dobbiamo avere l’umiltà di pensare alla promozione. Abbiamo giocatori importanti, ma i giocatori non vincono da soli. Serve la squadra. Ognuno di noi spera nella promozione. Io voglio arrivare in Serie A col Palermo perché la piazza lo merita, ma è una società nuova con una società importante. Andiamo passo per passo. Ci sarà tempo per sognare tutti insieme”.

Come affrontare il Genoa

La gara persa contro la Reggina non può essere un campanello di allarme. Di Mariano lo sa e invita i tifosi a fare quadrato attorno alla squadra: “A Reggio dal campo, a parte i primi 10-15 minuti che siamo partiti male, abbiamo avuto problemi a trovare equilibrio dopo il primo gol, sembrava che mancasse poco alla fine. Abbiamo provato questo 4-3-3 in pochi giorni però perciò ci può stare che manchi ancora qualcosa. Non siamo però stati anonimi, abbiamo creato qualcosa. Non dobbiamo vedere tutto negativo. A livello di possesso abbiamo creato. I gol sono arrivati due su errori nostri e uno su palla inattiva. Noi abbiamo sbagliato qualche gol. Ripartiamo da questo. Siamo stati disordinati, è vero, ma deriva dal fatto che ci conosciamo poco. Siamo una squadra che prova a giocare a calcio come vuole Corini, perciò dobbiamo continuare a costruire. Abbiamo i giocatori giusti per farlo. Io sono arrivato qui e ho trovato un grande gruppo, umile ed entusiasta. Si intravedeva anche dall’esterno e mi è piaciuto moltissimo. I ragazzi stanno facendo di tutto per farci inserire. I nuovi impariamo dai vecchi e viceversa”.

Si chiude parlando del Genoa, prossimo avversario dei rosa. Di Mariano sa bene che il Palermo deve dare il massimo per affrontare una delle corazzate della Serie B: “Le partite come quelle contro il Genoa si preparano da sole. In casa e dopo due sconfitte. È meglio incontrare questa squadra in questo momento che una più “piccola”. La prepareremo nel migliore dei modi, cercando di riparare gli errori fatti contro la Reggina. Giocare al Barbera vuol dire fare la partita. Abbiamo i mezzi per farlo. Io ho fiducia in questa squadra”.

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