Il prossimo avversario del Catania al Massimino sarà l’Avellino, squadra di alta classifica e con ambizioni importanti. Il match andrà in scena domenica 29 ottobre alle 16.00. L’incrocio vede protagoniste due squadre con grande blasone e un passato glorioso anche nella massima categoria. Il club campano quest’anno si è rilanciato dopo l’esonero di Rastelli, quello siciliano è invece reduce dal passo falso contro il Monterosi che ha riaperto la crisi. In attesa del risultato del campo, andiamo a scoprire qualcosa in più sugli irpini.
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Avellino, prossimo avversario Catania: fondazione e periodo di massimo splendore
Il prossimo avversario del Catania, l’Avellino, ha origini antichissime come tradizione sportiva. La prima fondazione risale infatti al lontano 1912, anche se nei primi 60 anni di storia la squadra non andrà mai oltre la Serie C. Qualcosa cambia nel 1972-73, stagione in cui arriva la prima promozione in Serie B dopo un’annata trionfale. Diversi infatti i record battuti dalla squadra di Giammarinaro, tra cui i 62 punti finali, l’imbattibilità in casa e le 10 vittorie esterne consecutive. La scalata degli irpini non si fermò quell’anno, per quello che è forse il periodo più florido dell’intera storia biancoverde.
Dopo un quinquennio nella serie cadetta arriva infatti uno storico approdo in Serie A nella stagione 1977-78, dove l’Avellino rimarrà per 10 stagioni di fila. I Lupi faranno anche alcune annate di livello, come quella 1986/87 conclusa con l’ottavo posto finale. In questo periodo anche l’indimenticabile Gianni Brera, icona del giornalismo nazionale, definirà i biancoverdi come “la più bella realtà del calcio di provincia della storia italiana”. Proprio in questo decennio d’oro arriveranno anche gli unici due incroci in massima serie col Catania, nella stagione 1983/84.
Avellino, prossimo avversario Catania: gli anni bui e i fallimenti
Gli anni a venire saranno meno positivi, con la discesa in B e successivamente in C nel giro di 5 stagioni. Nei successivi due decenni l’Avellino si alternerà in queste due categorie, con discese e risalite fino al 2009. Questo è probabilmente uno degli anni più bui dell’intera storia biancoverde, con il fallimento arrivato al termine della stagione. La società, con 12 milioni di euro di debiti, non fu acquisita da nessuno in seguito alla messa in vendita da parte di Massimo Pugliese. Nel luglio dello stesso anno fu quindi dichiarata fallita, e costretta a ripartire dalla Serie D con rinnovato organigramma e nuova denominazione sociale.
In pochi anni la squadra riuscì a risalire fino alla Serie B, conquistata nel 2012/13 e mantenuta fino al 2018, anno dell’altro fallimento. In questa occasione la società fu esclusa dalla Serie B dal Consiglio Federale per mancato rispetto dei termini di consegna della fideiussione. Nonostante un successivo ricorso al Tar del Lazio, la decisione fu confermata e l’Avellino fu nuovamente costretto a ripartire dalla Serie D. L’anno successivo i biancoverdi vinsero lo Scudetto della categoria tornando immediatamente in Serie C, dove hanno disputato le ultime 5 stagioni.
Avellino, prossimo avversario Catania: simboli e Palmarès
I colori sociali dell’Avellino, a differenza di quanto si possa pensare, non sono stati da sempre il bianco e il verde. All’inizio infatti era solo il bianco, con i pantaloncini anch’essi bianchi o neri, per facilità di reperibilità. In seguito si alternarono diversi colori fino alla seconda guerra mondiale, tra cui il giallo-rosso e il bianco-azzurro. Solo nel 1947, in una partita contro il Benevento, si videro per la prima volta il bianco e il verde che sarebbero poi divenuti i colori ufficiali del club. La mascotte della squadra è un lupo, presente in forma stilizzata sin dai primi stemmi della società e che negli anni è stato bianco, nero, e addirittura dorato nel 1995. Lo stadio di casa è sin dagli anni ’70 il Partenio, dal 2011 divenuto Partenio-Lombardi.
Il Palmarès della società vede come trofei principali 3 campionati di Serie C o affini, una Supercoppa della stessa categoria, uno Scudetto di Serie D e due Coppa Italia Primavera. Le partecipazioni in Serie A son 10, riferite tutte a quel decennio in cui l’Avellino militò consecutivamente nella massima serie. 19 le stagioni in Serie B, ultima delle quali nel 2017/18, e 35 in Serie C o campionati corrispondenti.
I Lupi quest’anno, tanta ambizione e il sogno Serie B
L’Avellino di questa stagione non è partito come da previsioni, ed a farne le spese come spesso accade è stato l’allenatore. L’esonero lampo di Massimo Rastelli e il conseguente arrivo di Michele Pazienza ha però dato nuova linfa all’ambiente. Dal cambio di guida tecnica sono infatti arrivate 5 vittorie in 7 gare di campionato e il passaggio del turno in Coppa Italia. Il neo tecnico pugliese, con un passato da calciatore anche in Serie A, è solito giocare col 4-3-3 e viene da una lunga esperienza sulla panchina del Cerignola.
La rosa a sua disposizione è formata da 28 giocatori con età media di 27.9 anni, tra le più alte della categoria. Squadra esperta quindi, con alcuni nomi di spicco tra cui Luca Palmiero, centrocampista scuola Napoli che arriva dal Pescara. C’è poi Gabriele Gori, attaccante che ha fatto le giovanili alla Fiorentina e con già 3 gol in stagione, 4 contando anche la Coppa Italia.
Uno dei giocatori più promettenti è Lorenzo Sgarbi, altro attaccante in prestito dal Napoli, classe 2001. In stagione rendimento da top per lui, con 5 gol tra campionato e Coppa oltre a ben 4 assist forniti. Sempre nel reparto offensivo occhio poi a Ignacio Varela, esperta ala destra ex Palermo tra le altre. Anche qualche ex in rosa, come ad esempio Jacopo Dall’Oglio, presente tra i rossazzurri nell’ultimo incrocio tra le due squadre nel 2021. Il capitano della squadra, infine, è Fabio Tito, all’Avellino dal 2020 e con già 1 gol e 3 assist in stagione.
Avellino Audace Cerignola, gli highlights dell’ultima partita dei biancoverdi
A seguire gli highlights dell’ultima partita dell’Avellino, prossimo avversario del Catania, contro l’Audace Cerignola.