Il Palermo torna in città dopo l’esperienza di Manchester, dove i rosanero sono stati ospiti per cinque giorni nel quartier generale del Manchester City. Gli uomini di Corini adesso si proiettano alla sfida di campionato contro il Sudtirol, in difesa scalpita Ivan Marconi che dovrebbe partire dal 1′. Il difensore rosanero è ormai di casa a Palermo, a confermarlo le sue parole nel corso dell’intervista concessa a ‘Il Corriere dello Sport’: “Non voglio esagerare dicendo che questa città è la mia seconda casa. Ma a Palermo di tanto in tanto trovo qualcuno che mi riconosce, un bambino che vuole una foto. E in due partite che ho giocato in casa ho visto cinquantamila persone. Al Nord nelle stesse situazioni me ne trovavo davanti tremila”.
Quel gol salvato a Padova…
Il difensore del Palermo, Ivan Marconi, nel corso dell’intervista concessa a ‘Il Corriere dello Sport‘, è anche tornato indietro nel tempo raccontando come sia riuscito a effettuare quel salvataggio pazzesco durante Padova–Palermo: “Ho fatto solo il mio lavoro. Lo hanno chiamato miracolo, per me è stato istinto. Ho tirato la palla fuori della porta – ha detto Marconi -, mi hanno detto che ho colpito la traversa e io onestamente non me n’ero accorto. Poi ho visto i filmati ed effettivamente sì, non ero intervenuto come pensavo. Come si usa dire, mi ero immolato. Bene così”.
Il lusso non è tutto
Un calciatore e un uomo d’altri tempi, Ivan Marconi non cerca il lusso come capita spesso nel mondo del calcio: “Ognuno di noi ha la sua scala di valori. Ad alcuni piace impressionare. Io mi diverto in altri modi. Chi compra automobili di lusso, chi peferisce tenersi i soldi per scopi differenti. A me sta benissimo girare con la C3 di mia moglie”.
Valori importanti quelli del difensore rosanero che confermano come sia molto legato alla propria famiglia: “In estate sono andato diciotto giorni in viaggio di nozze negli Stati Uniti e ad Aruba. I miei compagni di squadra mi prendono in giro chiamandomi taccagno. Beh, sono parsimonioso. Il denaro per me vale qualcosa. Ovvio che chi è benestante non ci fa caso. A casa mia bisognava prestarci attenzione: padre operaio per una vita, madre donna delle pulizie. Sono cresciuto così e questo insegnerò ai miei figli, se ne avrò”.
La Serie A
Il difensore del Palermo non ha alcun rimpianto, non aver mai giocato in Serie A non è stato per lui un gran problema: “Ci spero. Ma, come dice Galliani, la Serie A è un altro sport. Nel calcio esistono le categorie. Se ho sempre giocato dalla B in giù – prosegue Marconi -, vuol dire che la mia dimensione è questa. A trentadue anni non ho rimpianti. Ne avrei se non mi fossi impegnato. Non dico sempre, però di solito chi s’impegna riesce. I sacrifici spesso valgono più della bravura”.
Modello da seguire
Nel corso della propria carriera, Ivan Marconi, si è ispirato a un difensore di grande livello quale è stato Walter Adrian Samuel: “Quando gioco, annuso l’aria e vado d’istinto. Walter Samuel è il mio modello. Ovviamente mi sento un centesimo di Samuel”.
