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Palermo, Brunori: “La A da capitano è un sogno, entusiasmo alle stelle. Nazionale? Magari!”

Matteo Brunori, bomber del Palermo, si racconta a 360° ai microfoni di DAZN. Dalla cavalcata in Serie C sotto la guida di Silvio Baldini alla volontà di confermarsi in Serie B alla corte di Eugenio Corini, in mezzo tanti aneddoti personali. “Io da quando sono arrivato a Palermo ho vissuto sensazioni magiche. Si respira calcio ovunque, i palermitani hanno un calore fuori dal normale, lo percepisci ovunque. È veramente bello”.

E le sensazioni positive delle prime settimane in Sicilia non si sono mai affievolite: “Quando sono arrivato l’ho visto come una ripartenza personale. Sembra scontato ma l’affetto e l’entusiasmo della piazza non la trasmette nessuno e ti porta a vivere atmosfere magiche, come quelle dei playoff. Questo ce lo portavamo in campo e si sta ripetendo anche quest’anno, l’entusiasmo è alle stelle”.

È anche per questo motivo che ha rinunciato a qualsiasi altra offerta nel corso della sessione estiva di mercato. “Ho fatto la scelta di restare a Palermo nonostante fosse uscita qualche voce dalla Serie A. Da quando sono partito in viaggio di nozze avevo solo in testa di tornare. Per me esiste solo il Palermo al momento”.

Matteo Brunori e la sfida Serie B

La Serie B rappresenta una vera e propria sfida per Matteo Brunori, che prima del Palermo non era mai riuscito a trovare spazio in cadetteria. “Un calciatore ha sempre da migliorare. Specie quando sali di categoria e le difficoltà sono più grandi. L’aspetto fisico e quello mentale sono fondamentali, specie in una piazza come Palermo in cui ci sono tante pressioni da gestire. Poi c’è l’aspetto tattico e quello che si fa in allenamento”.

Adesso punta a dimostrare le sue qualità a suon di gol. “Sicuramente l’obiettivo di base che mi sono fissato è la doppia cifra. L’anno scorso non ho messo obiettivi precisi e non voglio metterne neanche quest’anno. Voglio farne più possibile”. Magari anche battendo il record di Luca Toni, lo scorso anno sfiorato. “Toni ha fatto quel record in un campionato ben diverso. La categoria influisce parecchio. Un po’ ho rosicato, sarei stato contento di arrivare a 30. L’importante era però festeggiare la promozione in Serie B”.

Chissà che proprio le sue reti non conducano i rosanero in massima categoria. “Il sogno è quello di fare uno scalino in più. Voglio arrivare in Serie A con questa maglia. L’anno scorso sognavo di salire ma non pensavo che si realizzasse subito. La società è molto ambiziosa, sa bene quel che vuole. Palermo vuole tornare in A al più presto. Non so in quanti anni ci riusciremo, spero il prima possibile”. E se ciò dovesse accadere con la fascia di capitano al braccio sarebbe ancora più bello. “Sicuramente diventare capitano sarebbe una cosa bellissima. Ho fatto la scelta di tornare a Palermo perché la città la sento mia. Di certo mi piacerebbe”.

Da Baldini a Corini, il cambio di allenatore

Tra i temi caldi della stagione del Palermo c’è anche il cambio di allenatore, avvenuto alla vigilia dell’inizio del campionato di Serie B. “Baldini ha rivoluzionato quel che eravamo prima di lui. Eravamo a un bivio. Eravamo in zona playoff ma non riuscivamo a dare una sterzata al campionato. Con lui abbiamo trovato la nostra dimensione. Ha cambiato gli allenamenti, il modo di vivere la giornata. Eravamo tutti insieme fin dalla colazione, stavamo molto bene insieme. Ha delle idee, dei principi di calcio molto particolari e gli siamo andati dietro. Con me è nato un rapporto leale fin da subito anche fuori dal campo. Lo possiamo solo ringraziare per quel che ha fatto, ha cambiato la vita di ognuno di noi, poi nel calcio si fanno delle scelte”.

Dopo l’addio di Silvio Baldini sulla panchina rosanero è arrivato Eugenio Corini. “È un mister che la Serie B l’ha fatta e l’ha vinta. Ha delle idee molto chiare, cerca di portarle in campo e noi stiamo cercando di seguirlo. Sicuramente non è arrivato e ha stravolto quel che c’era prima. È partito dalle nostre tante certezze e ogni giorno porta idee in più da mettere in campo”.

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Le origini di Brunori e il futuro in Nazionale

Le origini di Matteo Brunori sono oltreoceano, in Brasile. “Mi ricordo poco del Brasile, sono stato poco. Ho in programma di tornarci con mia moglie per vedere dove sono nato e riassaporare le origini. Ho dei ricordi vaghi, in foto poi mia madre mi faceva vedere dei posti. È una cosa che vorrei quella di vedere la casa in cui stavo”. Non è un caso se il suo idolo sia proprio brasiliano. “Kaka. ero tifoso del Milan. Nel calcio di oggi un attaccante deve saper fare tutto. Oggi devi metterti a disposizione della squadra. Non mi sento una prima punta fisica che aspetta la palla in area, voglio giocare di più con la squadra”.

Per arrivare tra i grandi, però, l’attaccante del Palermo ha dovuto affrontare diverse insidie. Tra queste anche il calcio dilettantistico. “Quando sono ripartito dall’Eccellenza ho dovuto cercarmi un lavoro. Non potevi andare avanti solo con il calcio. C’era ancora la voglia di fare il calciatore ma capivo la mia realtà e dovevo darmi da fare per riprovarci. In quel periodo mi sono legato ancor di più a mio nonno che purtroppo è morto qualche anno fa. Mi diceva di crederci ma in quel momento non vedevo quel sogno vicino. Poi mi sono messo sotto e in due anni sono riuscito a tornare, prima ad Arezzo e poi a Pescara. Rifarei questo percorso altre 1000 volte. Quando tocchi il fondo e vedi solo il brutto, capisci quel che desideri dalla vita. Volevo giocare a calcio e ho fatto di tutto”.

Dall’Eccellenza alla Serie B. E qualcuno chiede anche che venga chiamato in Nazionale. “La maggior parte di noi è andata a vedere la partita tra Italia e Macedonia. Sognavo di essere là dentro e indossare quella maglia nello stadio in cui gioco ogni domenica. Fa effetto vedete la Nazionale nello stadio in cui giochi. Adesso pensare alla Nazionale è un sogno, da bambino inizi a giocare per arrivarci. È un obiettivo ma me lo devo guadagnare in campo, stagione dopo stagione”.

Il matrimonio con Dalida

Matteo Brunori nel corso dell’intervista ha parlato anche del suo matrimonio con Dalila Calderozzi, celebrato proprio alla vigilia della finale dei playoff di Serie C. “Mi dovevo sposare da 3 anni, con il Covid ho dovuto rimandare. Avevo fissato la data all’inizio del campionato scorso, cadeva il giorno prima della finale. Parlando col direttore gli ho detto che non sapevo come sarebbe andato il campionato. Mi ha detto: “Andiamo avanti, vediamo”. Pensavamo che i playoff potessero finire prima di quella data, eravamo tranquilli. Poi sono uscite le date e ci siamo spaventati. Sapevamo di poter arrivare in fondo, quindi ne parlavamo spesso”.

E sui timori che aleggiavano in merito alla sua concentrazione: “Baldini mi disse di aver paura che avrei sbagliato un eventuale rigore. Gli ho detto che lo avrei segnato ed è finita nel migliore dei modi”.

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