Un rigore trasformato sotto la curva del “Provinciale” al cospetto della più quotata capolista. Estro, colpi da numero 10 e recuperi da difensore aggiunto. Talento e determinazione per azzannare l’obiettivo. Un gol, qualche intervento di Zizzania e una buona dose di fortuna per risalire di slancio la classifica del girone I di Serie D. La firma, da calcare bene sul rettangolo verde, è quella di Giuseppe Montaperto, trascinatore dell’Acireale nella trasferta di Trapani e non solo.
Acireale, chi è Montaperto? Il suo rigore ha fermato il Trapani
Doti tecniche, creatività e pensiero calcistico del classe 2000 avrebbero legittimato l’ambizione di insinuarsi nel salotto buono del panorama nazionale. Senza sfigurare e con la voglia di non restare un nobile intruso. Ma, com’è noto, classe e qualità balistiche non bastano da sole a dimensionarti professionalmente nel top del nostro calcio. Fato, scelte e tempi non sempre perfetti. Limiti e rimpianti.
Pescato dall’Empoli nel 2015 dal Calcio Sicilia, Giuseppe inizia a giocare con continuità nell’Under 17 del Club toscano, siglando tre reti in 721′ al suo primo anno lontano dalla Sicilia. L’anno dopo il debutto in Primavera e il lancio nel noto torneo di Viareggio. Giocherà solo sei volte, ma sarà ancora con il gruppo U17 di Birindelli che troverà la giusta luce. Ventitré presenze, 11 gol e lampi da fenomeno puro nel ruolo di 10 alle spalle delle punte. Indimenticabile quella tripletta al Trapani nel lontano 2 ottobre 2016. Tanto per rimanere con i granata nel destino, battuti nell’ultima domenica dagli undici metri con la maglia acitana.
La chiamata della Juventus e il grigio tunnel della Serie C
Corre il 2017 e arriva la grande opportunità per quel talento palermitano, che tanto aveva fatto parlare di sé ad Empoli. Ecco che bussa la porta della Vecchia Signora, negli anni d’oro della prima gestione Allegri. Dove si vincevano gli scudetti e si raggiungevano le finali di Champions League. Chiaramente per il Montaperto neanche maggiorenne di allora, la chiamata era per la Primavera – comunque un grande palcoscenico – da non farsi neanche per sogno scappare. Nell’unica annata passata in prestito ai colori bianconeri si allenerà in Prima Squadra e arriverà a totalizzare la bellezza di 25 presenze tra Viareggio, Campionato A, Coppa e la prestigiosa Youth League.
Al termine della stagione i gol segnati saranno 7, di cui 4 tutti al torneo di Viareggio, accompagnati anche da 2 pregevoli assist. Il suo migliore exploit prima della rassegna giovanile in Versilia, infatti, resta il match di Coppa Italia Primavera contro i ‘cugini’ del Torino. Nel derby, poi vinto dai granata ai calci di rigore, il trequartista siciliano ha realizzato due reti non da poco, per le quali ha ricevuto anche i complimenti dell’ex vice-presidente juventino Pavel Nedved uno che, di gol bellissimi, se ne intende.
Dall’addio alla Juventus, Montaperto è tornato a splendere ad Empoli nell’annata 2018/19 (Città e Club che l’hanno lanciato nel calcio che conta). Una fascia di capitano al braccio e 12 bonus tra reti e passaggi vincenti per guadagnarsi la chiamata del professionismo. Ecco il primo prestito in Lega Pro nell’estate del 2019. Per Giuseppe c’è la Pianese con cui firmerà un solo gol e un solo assist in poco più di 500 minuti giocati. Da lì inizia il tunnel più grigio e torbido della sua carriera. Cavese, Teramo, Audace Cerignola ed infine Viterbese. Quattro squadre in tre anni, un gol e neanche 1000′ minuti nel tanto amato rettangolo verde.
Montaperto, ad Acireale gol e responsabilità
Qualità ed esperienza da vendere permeate da abnegazione e spirito di sacrificio. Verve atletica a tratti sorprendente a dispetto del ruolo e dei luoghi comuni sui giocatori fantasisti ed estrosi. Prestazioni di sostanza, gol e compartecipazione alla fase difensiva. La chiamata dell’Acireale e della Serie D per il momento sorridono a Giuseppe Montaperto, responsabilizzato numero 10 e rigorista al “Provinciale” di Trapani. Giocatore di personalità e fuori categoria per il massimo torneo dilettantistico. 2 giri d’orologio, gol, dita nelle orecchie e spalti del “Provinciale” infuriati. Un emozione per chi ha seguito le sue gesta da vicino, conscio del fatto, che questo campionato è solo un misero punto di partenza. Perché a volte, nella vita come nel calcio, si deve toccare il fondo per risalire.