Chiunque abbia a cuore il Palermo, una volta visti i sorteggi non poteva non tornare indietro con la memoria. A Palermo, se si parla di 29 maggio si aprono i database della mente e del cuore, facendo riemergere ricordi di un passato che sembra lontano. E forse ormai lo è. Sicuramente è la giornata che racchiude tutti i principali traguardi della gestione di Maurizio Zamparini: le promozioni in A, le qualificazioni in Europa, la finale di Coppa Italia. Una data che racchiude gioie grandissime e ricordi dal sapore agrodolce, in pieno stile rosanero naturalmente.
Palermo, 29 maggio 2004: si torna in Serie A
Di questa partita abbiamo già parlato all’inizio di questi Playoff Serie C, quando sulla strada del Palermo si frappose la Triestina. Era stata la squadra friulana l’avversaria nella partita che ha dato davvero inizio all’era targata Maurizio Zamparini.
Una stagione interminabile, con la Serie B a 24 squadre; una piazza che attendeva spasmodicamente la Serie A da 31 anni; una squadra che aveva già sfiorato la promozione l’anno prima e fortemente rinforzata nell’estate 2003. Il Palermo era uno squadrone che avrebbe centrato certamente l’obiettivo Serie A (con 5 promozioni più una su spareggio), ma quel campionato andava vinto. Ecco quindi che nella testa del presidente l’esonero di Silvio Baldini sembrava la più ovvia (una scelta ricorrente in realtà in quegli anni). L’arrivo di Francesco Guidolin porterà quella regolarità richiesta per raggiungere quel primo posto tanto cercato. Un risultato centrato poi 10 anni dopo, con una stagione da record, ma saltato negli ultimi anni della gestione Zamparini per tutte le note vicende.
Palermo, 29 maggio 2005: la qualificazione nelle coppe
Dopo appena un’anno da quella cavalcata, il Palermo si presentava alla stagione 2004/2005 come una vera e propria mina vagante per la Serie A. Si parlava già di Europa, ma nessuno si poteva aspettare che alla fine ci sarebbe stato addirittura il rimpianto per una mancata storica qualificazione per la Champions League. Tutto sfumato per colpa di una sconfitta discussa a Genova contro la Sampdoria, un’altra a Bergamo e una serie di pareggi. Alla fine ci sarà la prima qualificazione ad una coppa europea, la Coppa Uefa, centrata proprio il 29 maggio 2005, in un pirotecnico 3-3 tra il Palermo e la Lazio. Quel giorno sarà quello del primo addio di Francesco Guidolin e del ventesimo gol in campionato di Luca Toni (senza che nessuno si aspettasse fosse l’ultimo).
Il Palermo arriverà sesto, allora il miglior piazzamento nella storia rosanero in Serie A. Migliorato poi nel corso degli anni, con tre quinti posti nel 2006, 2007 e 2010. Insomma da allora le costanti sarebbero state una Champions sempre e solo accarezzata e un lungo rapporto di amore e odio tra Palermo e la Coppa Uefa/Europa League. I rosanero vi parteciperanno cinque volte, arrivando nel 2006 negli ottavi di finale. Sarà il miglior risultato raggiunto, anche perché negli anni questa coppa europea è stata erroneamente valutata come “minore” dell’ambiente. Così sia il pubblico che la squadra in più di un occasione snobbarono questo tipo di eventi, perdendo forse una grande occasione.
Roma, 29 maggio 2011: i 40.000 in finale e l’ennesimo rimpianto di Coppa Italia
Altro 29 maggio, stavolta con un finale agrodolce. Il percorso della Coppa Italia 2011 è quanto di più simile a quello che che il Palermo odierno sta affrontando (sperando in un finale differente): una squadra partita senza i favori del pronostico, ma sicuramente molto forte e che voleva finalmente regalare una grande soddisfazione al pubblico rosanero. Chievo, Parma, le semifinali con il Milan: queste le tappe di un sogno che era stato sfiorato solamente nell’era Barbera. E poi il 29 maggio la finale con l’Inter.
Un Palermo arrivato a quell’obiettivo non al meglio della forma, con il condottiero di ritorno Delio Rossi (dopo un breve esonero) senza Cesare Bovo e con Fabrizio Miccoli in panchina. Ma al seguito della squadra c’era un fiume rosanero: 40.000 persone che accorsero nella Capitale e presero il controllo della città. Purtroppo in quell’occasione, una Coppa che sembrava alla portata sfumò per colpa di un’Inter di Samuel Eto’o e Diego Milito forse più forte. Ma nessuno si è mai dimenticato di quella serata, con le lacrime di mister Rossi sotto la curva.
Una data utile per il nuovo Palermo
Quell’invasione gioiosa e festosa è quasi paragonabile a quanto successo in questi playoff. Improvvisamente si è riacceso l’amore (con tre sold-out consecutivi) per una squadra che lotta per un altro importante obiettivo. Certo non sono ancora quelli di qualche anno fa, ma l’obiettivo della squadra di Dario Mirri oggi è quello di tornare a raggiungere quelle gioie e quei traguardi centrati il 29 maggio di tanti anni fa. Oggi il Palermo ha la possibilità di centrare l’obiettivo della finale, grazie anche a quanto costruito nella partita di andata. Solo qualche giorno dopo capiremo se ci sarà un altro 29 maggio da includere nella storia rosanero.
