Il Palermo si approccia alla nuova stagione agonistica in modo a dir poco tempestoso. Tra il pomeriggio e la serata di mercoledì 27 luglio, infatti, il direttore sportivo Renzo Castagnini e il tecnico Silvio Baldini hanno deciso di consegnare le proprie dimissioni. Non si conoscono al momento le reali motivazioni che hanno spinto i due a dire addio al club rosanero. Nel frattempo è stata organizzata una conferenza stampa che risponderà a tutti i quesiti.
L’addio di Renzo Castagnini è stato un fulmine a ciel sereno. L’ormai ex direttore sportivo del Palermo, nel corso della conferenza stampa svoltasi all’hotel “Casena dei Colli”, spiega le motivazioni che lo hanno indotto a lasciare il club. Il dirigente non si sentiva al centro del nuovo progetto e per questo ha deciso di mettersi da parte: “Il mister è rimasto qua per i grandi risultati che ha fatto. Tutta la città era felice che il mister proseguisse l’avventura, di conseguenza si è esposto anche con me e anch’io sono rimasto. Noi non ci sentivamo al centro del progetto. Ci abbiamo provato a fare un determinato tipo di lavoro, ma non ci siamo riusciti. A un certo punto abbiamo capito di aver perso il gruppo e quella forza che lo scorso anno ci ha portato a ottenere grandissimi risultati. Quando ci siamo accorti di questo, abbiamo preso questa decisione”.
Il rapporto con il City Group
L’ormai ex direttore sportivo del Palermo, intervenuto in conferenza stampa, ha confermato che con l’avvento della nuova società non sentiva più la stessa fiducia.
“Il mister non aveva rapporti diretti con il City Group. Per questo motivo non si sentiva al centro del progetto. L’allenatore è il capo della struttura tecnica, ma non ha mai avuto una struttura. Il mercato lo abbiamo fatto assieme, abbiamo condiviso le scelte. Non è una questione di mercato. Anche quando confermi un calciatore, il filo tra confermare un giocatore in un modo o in un altro modo è sottile. Noi abbiamo lavorato su questo filo l’anno scorso, ai giocatori non riuscivamo più a dare niente. Non ho niente contro il City Group”.
Capitolo rinnovi
Il dirigente toscano, intervenuto in conferenza stampa, si è anche soffermato sui rinnovi di contratto dei vari calciatori.
“I giocatori che hanno firmato il rinnovo sono contenti, ma bisogna capire come si firma. Ci sono passaggi importanti. Se a un giocatore fai aspettare 10 giorni per la firma, lo fai sentire poco importante. Questo però è colpa nostra, non do la colpa ad altri. Le responsabilità sono le mie e me le assumo. Abbiamo provato a fare un certo tipo di discorso come lo scorso anno ma non ci siamo riusciti. Ce ne siamo accorti e prima di proseguire su questa strada abbiamo detto ‘basta’. Ci siamo accorti che è difficile riproporre quel che ci ha portato ai successi dello scorso anno”.
Compatibilità con la nuova società
Castagnini ha ammesso di aver parlato con il presidente Dario Mirri e di aver confermato di non trovarsi più a proprio agio.
“Ho parlato con Mirri e gli ho detto che si è creata una situazione che è difficile a rimettere a posto. Meglio lasciare ora e dare il tempo di fare le cose. Non c’entra il City, loro hanno un sistema di lavorare che è migliore del nostro. In futuro porteranno il Palermo in Serie A, ne sono sicuro. Noi però non siamo compatibili. Io ho fatto il calciatore, le cose a precipitare in uno spogliatoio ci mettono 2 minuti. I giocatori ora sanno che c’è un’altra società e cambiano i loro obiettivi. Prima non c’erano alternative, ho dei meriti nel tenere una squadra in un certo modo, dicevo che era una scelta ma non lo era, e i giocatori lo sapevano. Io sono arrivato a Palermo il 5 agosto 2019, ho iniziato a lavorare sulle scale della Damir per fare la squadra e avevamo già vinto il campionato dopo 10 partite. Poi abbiamo avuto un anno e mezzo di sofferenza. Ho fatto tutti i viaggi in pullman con la squadra, non mi sono mai tirato indietro. Andare via da Palermo per me è un peso incredibile. Però posso dire di aver dato tutto, non l’ho fatto per soldi. Io e Sagramola abbiamo creato la squadra insieme sotto aspetti diversi. Queste cose mi piace ricordarle perchè le ritengo importanti. Oggi siamo orgogliosi di lasciare un patrimonio a un gruppo importante, è un vanto per noi lasciare la società a posto”.
Scelta di cuore
L’ormai ex direttore sportivo del Palermo, Renzo Castagnini, ha deciso di lasciare il club di Viale del Fante soprattutto per amore del Palermo.
“Mirri e Gardini ci hanno chiesto di ripensarci, volevano farci continuare. Ma quando tu non hai più nulla dentro è inutile prendersi in giro. Si poteva rimanere e prendere lo stipendio, ma è più importante la coscienza. Quel che io ho fatto a Palermo e di cui mi vanto non posso buttarlo via per un contratto. Penso di non avere più niente da dare, tanto quanto l’allenatore. Questa situazione non ci consente di dare niente”.
Sagramola e City Group
“Sagramola è andato via con sommo dispiacere, vuoi o non vuoi la società l’ha creata lui da zero. Non sto andando via perchè manca anche lui. Ma con lui abbiamo fatto qualcosa di importante. Credo che questo vada ricordato e rimarcato, sembra che Sagramola non sia mai stato qua, invece, è stato qua e ha costruito qualcosa di importante. Sono qui grazie a lui, lo ringrazio pubblicamente. Non abbiamo rancore o rabbia verso nessuno, ringraziamo la società precedente e la società attuale per averci dato la possibilità anche se non sentivamo la fiducia. Li ringrazio e sono certo che a Palermo faranno grandi cose, hanno professionisti di grande livello e mezzi. Porteranno il Palermo in Serie A, non so quando perchè nessuno ha la bacchetta magica. Hanno una grandissima struttura e una grandissima organizzazione”.
Il mercato e il rapporto con Zavagno
“Le decisioni sul mercato sono state prese per buona parte da me, abbiamo collaborato con Zavagno. Ci sono cose che andrebbero fatte ma non c’erano i tempi per farle perchè eravamo pieni di lavoro. Come nel caso del rinnovo di Luperini, abbiamo preferito aspettare perchè c’erano cose più urgenti da fare. Il rapporto con Zavagno è leale, lui è una persona intelligente e perbene. L’ultima decisione la prendevo sempre io, io avevo questa responsabilità. Con lui si parlava di calcio perchè è un uomo di calcio. Ripeto che il motivo delle dimissioni non è il mercato”.
I tre anni al Palermo
“Io sono stato qua tre anni e ho avuto fiducia totale da Mirri e Castagnini. Qualcosa l’ho sbagliato, qualcosa l’ho fatto giusto. Abbiamo ottenuto dei risultati, ma non basta solo scegliere un giocatore per essere al centro del progetto. Anche il mister faceva l’allenatore, nessuno gli diceva come allenare, ma non era al centro del progetto. Non mi sembra di aver lasciato grandi morti in squadra. Ci abbiamo messo un anno in meno del Bari a salire in Serie B, abbiamo speso qualche soldo in meno. Abbiamo fatto 2,3 milioni di plusvalenza con Lucca, senza investire un euro. Non credo che questo sia poco. Se poi andiamo a vedere che abbiamo qualche calciatore che non rientra nei piani e ha uno stipendio pesante, è vero anche questo. Ma in tre anni di lavoro ci sta”.