Il Palermo è pronto a esordire ai play-off di Serie C: i rosanero lo faranno in casa della Triestina in occasione del primo turno della fase nazionale. Il tecnico Silvio Baldini, alla vigilia dell’impegno in programma allo Stadio Nereo Rocco, ha parlato delle condizioni dei suoi. I siciliani sono infatti rimasti fermi per quindici giorni dopo la vittoria maturata nell’ultimo turno della stagione regolamentare contro la capolista Bari. Gli allenamenti sono però proseguiti regolarmente e adesso la squadra vuole continuare a dare il meglio di sé sul campo.
“Io sono fiducioso. In settimana ho visto lo stesso atteggiamento avuto prima di Bari. Abbiamo lavorato tanto e con entusiasmo. Il ritmo è stato ripreso. C’è autostima e sono convinto che riusciremo a fare bene anche contro la Triestina. In una gara secca la paura ci può stare, ma con andata e ritorno c’è la possibilità di giocarsela su più fronti. Le partite come queste non finiscono nei 90′, abbiamo la fortuna di concluderle al Renzo Barbera”, così ha esordito Silvio Baldini nel corso della consueta conferenza stampa pre gara.
Baldini e il sogno promozione
Silvio Baldini vuole regalare un sogno ai siciliani. “Questo non è il mio campionato, è quello del Palermo. Io sono solo una componente. Non è una questione personale. Ho la mia età, faccio questo mestiere perché mi piace. Non penso di volere allenare in Serie A. Vado dove mi capita se mi rende felice, sennò nulla”. Un eventuale successo sarà un dono soprattutto per i supporters rosanero. “Domani a Trieste ci saranno quasi 1000 persone nel settore ospiti. Sapere che arriveranno tifosi da molto lontano mi rende pieno d’orgoglio”.
E in merito alla scelta di tornare a Palermo ha aggiunto: “Essere qui dopo diciotto anni non era semplice. Il caso ha voluto che mi ritrovassi qua. Ho avuto la fortuna di trovare una squadra con delle caratteristiche che in un primo momento non sembravano adatte, ma che col tempo ha dato soddisfazioni. I ragazzi si sentono vivi e partecipi”. Silvio Baldini da parte sua ha già disputato i play-off di Serie C nel corso della sua carriera: “Con la Carrarese siamo arrivati in semifinale, però era tutto a gara secca. Adesso con andata e ritorno il meccanismo è più corretto, perché c’è più tempo per preparare le partite e migliorarsi”, ha spiegato.
La rosa è tutta a sua disposizione. “Ad oggi iniziamo questo nuovo torneo con 23 giocatori utili alla causa. Mi fa ben sperare. Il Palermo sarà protagonista proprio per questo. Ognuno può portare la sua parte indipendentemente da quanto gioca”. Avevano preoccupato nelle scorse ore le condizioni di Valente, ma l’allarme sembra rientrato. “Ha recuperato. Ha avuto un problema di gastroenterite. È iniziata a stare male prima la bambina, poi lui e la moglie. È stato curato però ed oggi si è allenato, sta bene”. E aggiunge: “Anche Pelagotti, che è reduce dall’intervento, è a disposizione. Si è allenato normalmente tutta la settimana”.
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Triestina-Palermo, un segno del destino
Il match Triestina-Palermo sembra essere capitato come un segno del destino, dato che quasi dieci anni fa i rosanero conquistarono il salto in Serie A proprio vincendo contro i giuliani. Sulla panchina all’inizio di quella stagione c’era proprio Silvio Baldini, poi sostituito in corsa da Francesco Guidolin. “L’altro giorno siamo andati a Santa Rosalia e mentre camminavamo il presidente Mirri, che è una persona di fede, mi ha detto che avremmo pescato la Triestina, perché la festa promozione nel 2004 fu contro di loro. Sia lui sia il dott. Puleo se lo sentivano. Alla fine è stato veramente così. È un segnale, forse. Io non me lo ricordavo neanche. Andiamocela a giocare accettando il nostro destino”.
Infine, qualche parola sugli avversari: “La Triestina è una squadra ben strutturata, che gioca con il 3-4-3 o con il 4-2-4. Ultimamente con il primo modulo ha trovato l’equilibrio giusto, che li ha portati a giocarsi i play-off. Il vantaggio che abbiamo dei due risultati a favore non è di poco conto, ma dobbiamo essere bravi ad avere personalità e fiducia, giocando come contro il Bari. Rispettiamo l’avversario. Dobbiamo giocare al massimo sapendo che loro hanno lo stesso nostro obiettivo. Ci creeranno delle difficoltà e noi le creeremo a loro”, ha concluso.
