Epilogo annunciato in casa Mazara Calcio. La domanda non era se e come ma semplicemente quando. Puntualmente l’esonero di Abbenante si è materializzato. Decisione presa al culmine di un rapporto che sembrava logoro e compromesso da tempo. L’idillio tra il tecnico marsalese ed il club si interrompe bruscamente subito dopo il pareggio contro il Castelbuono. Piccola boccata d’ossigeno per la classifica, illusoria mastice inadeguata a tenere insieme i cocci di un legame parso traballante fin dall’inizio, con tanto di dimissioni rassegnate all’alba dell’annata e poi rientrate, da parte dell’allenatore.
Il club trapanese, militante nel girone A di Eccellenza, ha totalizzato un solo punto nelle prime quattro giornate, caratterizzate da ben tre ko consecutivi, arrivati dopo il passaggio del turno in Coppa nel derby con l’US Mazara 46. Un bottino decisamente al di sotto delle aspettative iniziali quello in campionato, che ha portato la società canarina ad esonerare il tecnico, scelto già il 15 maggio scorso. Riccardo Abbenante puntava sui dei principi molto chiari, ma specie in queste categorie, il tempo non è dalla parte di chi cerca di sviluppare qualcosa di molto idealista (nel senso positivo del termine).
L’impostazione di gioco di Abbenante
Riccardo Abbenante voleva linea difensiva alta e costruzione dal basso, anche a costo di prendersi più di un rischio nel primo possesso. Il suo Mazara provava a giocare un calcio fluido, con l’ambizione di diventare brillante ed andare ritmi vertiginosi. Coralità, verticalità ed intercambiabilità sono prerogative preponderanti nello sviluppo della manovra pensata dall’ex vice di Karel Zeman (figlio del più noto Zdenek).
Tagli, interni ed esterni, verticalizzazioni, sovrapposizioni dei laterali, inserimenti centrali ed attacchi alla profondità. Una compartecipazione totale nella tessitura delle trame offensive che diventava un boomerang nel momento in cui saltava una scalata o una diagonale, talvolta letale se si sbagliava il dosaggio di un appoggio o il tempo nell’esecuzione del pressing. Il secondo gol di Fofana in Folgore Castelvetrano-Mazara una riprova della friabilità degli interpreti del sistema difensivo coniato da Abbenante nella provincia trapanese.
Mazara a trazione anteriore
Abbenante era stato dipinto come un integralista del 4-3-3, abbarbicato al culto solenne del suo calcio temerario, spregiudicato, ultra offensivo. La risposta contro il Castelbuono con l’inedito 4-4-2, schierato per dare peso e forza all’attacco con due punte come Kari e Lentini. L’ennesimo schiaffo alle critiche di un uomo di valori prima che tecnico.
La vittoria però non è comunque arrivata e la deduzione conseguente è che, indipendentemente da modulo e filosofia calcistica, le oggettive lacune strutturali di questo USD Mazara sono difficilmente sovvertibili. In termini di qualità, personalità ed ampiezza della rosa. Sorretta da pochi giocatori conformi ai livelli della categoria, uno stuolo di encomiabili gregari, cosparsa da sprazzi di potenziale talento acerbo che non è dato sapere se e quando sboccerà.
Il tecnico si stava producendo nel complesso tentativo di instillare nel gruppo forma mentis ed impianto di gioco fortemente caratterizzanti. Nonostante non disponesse di un organico di conclamata qualità ed interpreti funzionali al suo verbo propositivo. Delle richieste fatte in estate, solo due sono arrivate: Andrea Aggio e Nicolò Panzeri. Inoltre, quel parlare di qualità di gioco espressa e prestazioni in campo, mettendo in secondo/terzo piano i risultati, forse, non è piaciuto a molti. L’idea e i valori portati avanti, anche in queste categorie, restano comunque nobili.
I problemi dell’USD Mazara
Le lacune strutturali dell’organico attuale erano e sono obiettivamente evidenti. Figlie di un mercato catastrofico. Sessione estiva in cui il club – secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione – non ha costruito una squadra in tandem con l’allenatore. Si è deciso di puntare su nomi (anche convenienti per motivi extra campo) non idonei al tipo di calcio pensato dal nativo di Marsala.
Tante promesse non mantenute, tra giocatori arrivati dal Sudamerica e poi rimandati indietro o liste di nomi di calciatori finiti anche in compagini rivali. Tesseramenti arrivati in ritardo come Hamza Kari (autore del gol del pareggio contro la compagine di Bognanni), almeno tre/quattro profili da confermare andati persi e seconde linee sbandierate al corpo tecnico come punti cardine. Tutti vizi ascrivibile all’operato di proprietà e direttore sportivo (esonerato settimana scorsa), alla base delle criticità emerse in quest’avvio di stagione.
La grande colpa, se così si può definire, di Abbenante è stata quella, pur tra mille problematiche, di accettare comunque la scommessa, esponendosi (alla prima panchina in carriera da capo di una guida tecnica tra i Dilettanti) alla prevedibile gogna generale, con tanto di scontata epurazione, la prima nel girone A di Eccellenza di quest’anno.
Cosa è cambiato
Abbenante, che sotto pressione ha indubbiamente commesso i suoi errori, ma, in relazione alla penuria di alternative nella rosa a sua disposizione, meritava più di qualche attenuante. L’esonero è una scelta discutibile, tecnicamente ingiusta se parametrata al rapporto tra tempo concesso e qualità dell’organico. Al contempo è un provvedimento inevitabile quando si incrina totalmente il rapporto di fiducia tra società e allenatore. Prolungare l’agonia avrebbe avuto poco senso. I passi falsi con Castellammare e Fulgatore i primi scricchiolii, l’immeritato ko in casa della Folgore la rottura (probabilmente) definitiva, passata ai fatti subito dopo il pareggio di ieri contro la Supergiovane Castelbuono.
Resta solo da capire cosa ne sarà del Mazara Calcio. Quale progetto sarà sviluppato e come reagirà lo spogliatoio, del quale il tecnico uscente aveva piena fiducia. Nel frattempo la patata bollente passa in mano a Salvatore Asaro (allenatore della Juniores), che lavorerà sulla squadra nel periodo in cui la società sceglierà un sostituto adeguato del mister esonerato.
Come riparte il Mazara dopo l’esonero di Abbenante
Andando oltre tutto, c’è da rimarcare un concetto fondamentale! Passano i giocatori, come allenatori e dirigenti. E stampa. Il calcio vive dei suoi tifosi. Proporgli uno spettacolo all’altezza dovrebbe essere la prima preoccupazione di tutti e non ascoltare i suggerimenti di pancia del sostenitore addolorato dal ko o dal mancato successo.
Abbenante, in quest’avvio di stagione, ha provato ad avere questo rispetto. C’è però ancora una società come il Mazara che ha avuto la volontà di rimettersi severamente alla legge esclusiva dei risultati perdendo di vista il processo, oltre che la via intrapresa. Il tutto al netto del profilo scelto la primavera scorsa. Un altro allenatore arriverà ma la fede nel calcio mazarese ancora una volta è stata messa a dura prova.
