Frosinone e Palermo si ritrovano una di fronte all’altra a distanza di quattro anni dall’ultima volta. Il ricordo della finale dei play-off di Serie B vinta dai ciociari è ancora vivido nella mente delle due tifoserie. Per quella rosanero un dramma, per quella gialloblù una festa. In un senso o nell’altro quel che è accaduto sul campo il 16 giugno 2018 ha condizionato le storie di coloro che erano presenti. Tra questi c’è anche Moreno Longo, in quell’anno allenatore dei canarini, che in esclusiva ai microfoni di Sporticily ha ricordato quei momenti e ha chiesto che venga voltata pagina una volta per tutte.
Moreno Longo racconta Frosinone-Palermo
Le polemiche su Frosinone-Palermo, in questi anni, hanno avuto un peso sempre più rilevante rispetto al risultato. “La posta in palio quel giorno era alta, ma alla fine dei conti è stata una partita come le altre. Lo dimostra il fatto che gli animi dopo il triplice fischio per chi era in campo si sono subito raffreddati”, ha premesso Longo. Per le due tifoserie, però, non è stato così. Dal mancato rigore ai palloni in campo, la ferita brucia ancora per la piazza rosanero.
A distanza di quattro anni, da quelli che sono stati gli episodi oscuri di quella serata, l’allora allenatore del Frosinone ha voluto prendere nettamente le distanze. “Mi dispiace per quello che è successo. Il lancio dei palloni è stato un gesto scorretto, dettato dalla trance agonistica. Se potessi tornare indietro nel tempo, invece di guardare il campo nei minuti di recupero, mi volterei verso la panchina e fermerei Citro. Ha cercato a modo suo di fare il possibile per aiutare la propria squadra. Oggi sono sicuro che non lo rifarebbe”.
È per questi motivi che, in vista della gara in programma sabato allo Stadio Benito Stirpe, Longo ha dunque soltanto un augurio. “Spero che Frosinone-Palermo finisca con una riappacificazione delle due tifoserie. Il vero obiettivo è mettere a tacere le polemiche e ripartire con lo sport, che è la cosa più importante”.
Crivello, l’ex di Frosinone-Palermo
Di quelle due squadre che scesero in campo il 16 giugno 2018, ad oggi, tra l’altro non rimane altro che il ricordo. L’unico superstite tra le fila del Palermo è Andrea Accardi, infortunato. Per il resto sul campo sabato pomeriggio si ritroveranno altri due giocatori che vissero quella finale dei play-off di Serie B in prima persona, ma questa volta saranno a maglie invertite. Da un lato Przemysław Szymiński, in quell’anno in rosanero e oggi al Frosinone, dall’altro lato Roberto Crivello, palermitano che in quella occasione giocò nell’undici dei ciociari e che per questo motivo è stato a lungo bersaglio di critiche.
“Di Crivello ho un ricordo bellissimo. È un uomo con la U maiuscola. In quella finale scelsi lui al posto di Beghetto per la sua affidabilità e lui mi ripagò con una grande prestazione. È palermitano e in quel momento era un professionista che lottava per la sua squadra. Ha fatto solo il suo dovere. Con il lancio dei palloni non ha avuto niente a che fare. Magari andò a protestare per il rigore, ma se non l’avesse fatto sarebbe stato insolito. È un ragazzo buono e puro e lo ha dimostrato andando a Palermo. Di critiche in quel periodo ne aveva ricevute tante e avrebbe potuto reagire in modo diverso. In pochi poi avrebbero accettato di ripartire dalla Serie D, per cui rivederlo adesso con la maglia rosanero in Serie B è un attestato di senso di appartenenza meraviglioso”.
Il Palermo oggi, tra City Group e Corini
“Palermo è una società importante, adesso con l’avvento del City Group quella siciliana lo è ancora di più. L’augurio ai rosanero è quello di tornare nei palcoscenici più alti del calcio italiano”, così si è espresso Longo a distanza di quattro anni da quando sedeva sulla panchina del Frosinone. E qualche tempo fa, ha ammesso, è stato anche vicino a vestirsi di rosanero. Non di recente, però, come si era detto.
“Non sono stato contattato dal City Group dopo l’esonero di Silvio Baldini. Ci sono stati soltanto dei rumors, non abbiamo mai parlato. C’è stata però la possibilità di sedermi sulla panchina del Palermo dopo la finale dei play-off con il Frosinone. Il primo anno di Serie C fui vicino ai rosanero perché l’allora ds Renzo Castagnini avrebbe voluto un profilo esperto per puntare subito alla Serie B”. E nel caso in cui dovesse ricapitare in futuro, non ci saranno dubbi sulla risposta: “L’idea di allenare Palermo mi alletta. È una piazza fantastica per lo sport. Mia moglie, tra l’altro, è siciliana e conosco l’ospitalità di questa terra”.
Per il momento però alla guida del Palermo c’è Eugenio Corini. Una persona che Longo conosce bene. “Abbiamo giocato insieme per diversi anni al Chievo Verona e l’ho sempre seguito anche nella sua carriera da allenatore. Per aprire un nuovo ciclo non potevano scegliere allenatore migliore. Per il dopo Baldini serviva una figura che avesse un legame importante con la piazza. Sono sicuro che con le sue qualità potrà fare grandi cose. Ho molta stima nei suoi confronti, sia a livello umano che professionale”.
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Le previsioni di Longo sulla corsa alla Serie A
Longo, infine, si è espresso su quelle che sono quest’anno le candidate al salto categoria: “Per la corsa alla promozione in Serie A vedo Genoa, Cagliari e Parma con qualcosa in più a livello di organico. Dietro ci sono tante squadre che possono stupire e ambire a qualcosa di importante. Gli organici competitivi non mancano e tra questi c’è anche il Palermo, che per come ha iniziato questo campionato può ritagliarsi uno spazio di rilievo”.
Infine, sulla sua ex squadra: “Il Frosinone è una squadra molto interessante. Il presidente Stirpe sta costruendo una grande società. Il suo migliore acquisto è stato Angelozzi. Ho seguito come il ds ha rifondato una squadra e lo ha fatto in maniera egregia, con soluzioni di ottimo livello. Ha creato un mix di giovani ed esperti interessante, che potrà in questi anni proporre nella città un calcio sostenibile e capace di creare plusvalenze importanti. L’allenatore poi sta valorizzando al meglio la rosa che gli è stata messa a disposizione”, ha concluso.
