Il centro sportivo di Torre del Grifo può senza dubbio essere visto come l’emblema del periodo che sta vivendo il calcio a Catania. Una struttura che ha subito, nel giro di pochi anni, una vera e propria trasformazione in negativo. Quel che prima era il fiore all’occhiello di un club di calcio in ascesa è infatti diventato una cattedrale nel deserto, lasciata in mano alle incurie e agli avventurieri e a soggetti poco inclini agli investimenti e alla progettazione. Un po’ come il club etneo, che infatti sarà quasi certamente costretto a ripartire – se tutto andrà come si spera – dagli inferi della Serie D.
Sembrano così lontani i giorni in cui tutto ebbe inizio. In particolare una data come quella del 3 giugno 2009, ovvero il giorno in cui sono iniziati i lavori per la costruzione del centro sportivo. Un giorno bellissimo per l’allora presidente e patron Antonino Pulvirenti. Per lui si trattava senza dubbio di una grande risorsa, che ben presto il mondo intero (ça va sans dire) gli avrebbe invidiato. Ma anche una struttura che ben presto avrebbe ospitato atleti, squadre e rappresentative nazionali di grido.
Torre del Grifo, la parabola del calcio a Catania
Quel giorno di 13 anni fa esatti non sarebbe però stato quello in cui le attività sarebbero iniziate in via definitiva a Torre del Grifo. Ci sono voluti circa 25 milioni di euro spesi in poco meno di due anni, infatti, affinché il centro sportivo situato a Mascalucia – a pochi chilometri da Catania – potesse diventare finalmente operativo. Una vera e propria “bomboniera”, come si usa dire in certi casi dalle nostre parti. Una struttura da oltre 150.000 metri quadri, con quattro campi da calcio regolamentari, palestre per allenarsi indoor e due piscine coperte. Oltre a tutti i comfort per gli allenatori, i tesserati e tutti gli avventori.
Qui si sono allenati e si sono alternati team di spicco del calcio italiano e internazionale. Una struttura capace di ospitare e garantire il meglio alla Nazionale del Belgio, alla compagine cinese del Tianjin (allora allenata da Fabio Cannavaro) e a tante altre rappresentative. Qui si è allenata anche la Nazionale italiana in occasioni delle amichevoli disputate al “Massimino” di Catania, altra struttura che in attesa del bando e della rinascita del calcio nel capoluogo etneo rischia di trasformarsi in un’altra opera vittima dell’incuria. E in questo luogo si sono scritte le pagine più belle del calcio recente a Catania.
L’inizio della fine
Tuttavia, i problemi riscontrati sul campo negli ultimi anni dell’allora Calcio Catania e di quella matricola 11700 di cui rimane solo il ricordo, non potevano non incidere sulla storia di Torre del Grifo. E se la data del 3 giugno 2009 può restare scolpita nel cuore di tutti come l’inizio di tutto, quella del 22 dicembre scorso può rappresentare l’inizio della fine. È il giorno in cui il Tribunale di Catania aveva inizialmente dichiarato il fallimento del Calcio Catania. L’agonia del club sarebbe stata successivamente prolungata con l’intervento dei curatori fallimentari, mentre al centro sportivo proprio in quella data sarebbero stati posti i sigilli.
Torre del Grifo in questi anni di declino ha rappresentato da un lato un gioiello da valorizzare e dall’altro una zavorra di cui non è stato semplice liberarsi. La discesa dalla Serie A alla Serie C ha fatto sì che il budget fosse sempre più ristretto, mentre i costi per il mantenimento della struttura diventavano sempre più alti. Nel mezzo nessuna attività collaterale, nessun evento capace di riportare lustro (e soprattutto qualche euro) nelle casse della struttura. Nessun tentativo di rilanciare quella che ormai era diventata una vera e propria cattedrale nel deserto.
E considerando lo stato di degrado e di semi-abbandono della ormai blindata Torre del Grifo, non sembra fare neanche quasi notizia il furto dello stemma in pietra lavica del Calcio Catania, avvenuto lo scorso 29 maggio. Un episodio che può apparire singolare, ma che conferma un timore diffuso. Ovvero che Torre del Grifo è sempre di più l’emblema del disinteresse per il calcio a Catania e per Catania in generale.
Cosa ne sarà di Torre del Grifo
C’è una sola speranza, fissata in un’altra data, quella del 18 giugno: entro questo giorno perverranno al Comune del capoluogo etneo le manifestazioni d’interesse per il bando. Solo così potrà ripartire tutto, compreso quello che era un fiore all’occhiello e che ora è una cattedrale nel deserto. Nonostante il futuro di Torre del Grifo non sia legato a doppio filo all’esito del bando, visto che l’acquisizione della struttura non è inclusa nella creazione della nuova matricola, la certezza è che un luogo del genere non può restare tagliato fuori dal Catania Calcio.
