Il Catania si sblocca a Brindisi e ottiene un successo importante giunto dopo una settimana turbolenta. Un clima elettrico che ha raggiunto il suo apice con la sconfitta del “Massimino” contro l’Avellino con tanto di contestazione dei tifosi etnei. Poi, dopo la discussa conferenza di Vincenzo Grella, sono arrivati tre punti necessari per migliorare la classifica e rendere più salda la panchina di Luca Tabbiani. L’aspetto che sorprende ma è al contempo innegabile è rappresentato dal marchio posto dalla cosiddetta vecchia guardia nella vittoria in terra pugliese.
È sufficiente dire che 5 elementi su 11 della formazione iniziale sono reduci dalla cavalcata della scorsa stagione. I riflettori, in particolare, sono stati puntati su un Manuel Sarao finalmente. Quella di Brindisi è dunque la vittoria dell’usato sicuro sul nuovo, che finora avanza troppo lentamente. È il riscatto di chi forse era stato accantonato troppo facilmente in favore di pari ruolo che non hanno ancora inciso. L’imminente sfida di domenica a Potenza, in tal senso, porta inevitabilmente il tecnico Luca Tabbiani a riflettere.
Catania, calciomercato poco entusiasmante: da Mazzotta a Silvestri, i “nuovi” deludono
È da precisare che, nonostante la vittoria del Catania col Brindisi, il tanto decantato gioco, che secondo il vicepresidente Vincenzo Grella avrebbe dovuto far divertire settimana dopo settimana il pubblico etneo, continua a latitare. Inoltre, continuano a destare stupore le performances di alcuni calciatori, presentati in estate come gli uomini chiave del progetto tecnico rossazzurro. Questi, però, stanno incidendo poco o nulla nell’assetto tecnico della squadra. Chiricò e Di Carmine, finora i marcatori più prolifici, rischiano di finire nel calderone dell’inefficienza. Nonostante tutto, il funambolico 32 rossazzurro riesce ancora ad inventarsi la giocata risolutrice. Prova ne sia l’assist servito a Sarao nel primo gol del turno di recupero.
Il resto degli acquisti portati ai piedi dell’Etna dal duo Laneri-Grella però continua a deludere ampiamente le aspettative, a prescindere dall’atteggiamento remissivo rimproverato dal dirigente australiano. Tra questi spiccano Mazzotta, Silvestri e Marsura, tre calciatori che fino alla scorsa stagione calcavano i campi della Serie B, ma che ad oggi stanno assolutamente steccando la loro esperienza con la maglia rossazzurra. E poi ci sono giocatori come Ladinetti, Dubickas e Quaini. Giocatori presentati anch’essi come pedine di assoluto livello, ma che ad oggi hanno fatto solo numero nelle statistiche riepilogative del rendimento della rosa.
I “vecchi” tolgono le castagne dal fuoco e salvano Tabbiani dall’esonero
È da chi non ti aspetti che arriva la risposta che, al momento, evita conseguenze assai negative, soprattutto a mister Luca Tabbiani. Nonostante le prestazioni deludenti dei calciatori simbolo del calciomercato del Catania, finora, il tecnico genovese aveva continuato a puntare su di loro. Nella partita del suo destino contro il Brindisi, però, a tendergli la mano sono stati coloro che invece ha meno utilizzato, ma che lo scorso anno hanno spinto il club verso il ritorno in Serie C. Il riferimento è a Bethers, Lorenzini, Castellini, Rizzo, De Luca, ma soprattutto Manuel Sarao.
Spesso contestato da una frangia di tifoseria a causa della sua incostante vena realizzatrice, l’ex Gubbio, nonostante un primo tempo poco soddisfacente, nella ripresa si è caricato sulle spalle tutta la squadra e l’ha condotta verso la conquista dei 3 punti. È suo il gol che sblocca il match con un gran colpo di testa su assist di Chiricò. Poi Sarao è stato bravo a portare all’errore l’estremo difensore brindisino Albertazzi, permettendo a Bocic di chiudere la contesa.
Sorge dunque spontaneo chiedersi se questa squadra non possa rialzarsi grazie anche al supporto di chi ha sperimentato le pagine più nere dell’ultimo decennio calcistico a Catania. Giocatori capaci di riportare nel professionismo il club etneo e ora forse di riaccendere le speranze di una piazza disillusa. È un messaggio chiaro e forte al tecnico, ma soprattutto alla società. Al netto di comportamenti disciplinari errati, privarsi di chi ha contezza del peso di questa maglia in un momento così difficile è un rischio che non aiuterà il club ad uscire fuori dalle sabbie mobili.
Articolo di Davide Villaggio
