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Catania, Grella: “Tabbiani resta, è l’uomo giusto ma ho chiesto cambio di approccio”

Vincenzo Grella interviene nel momento più delicato del nuovo Catania. Il vice-presidente e amministratore delegato esordisce così: “Il dialogo con la città e coi tifosi è da sempre importante per noi. È importante però anche conoscere l’idea di chi deve comunicare da parte della società. Il peso delle nostre parole è fondamentale per portare avanti i nostri progetti. In queste due settimane sono state dette molte cose. Io stesso ho fatto una riflessione. Voglio dire alla piazza che noi ci siamo. Non c’è un dirigente o un dipendente che non tiene al suo lavoro e agli obiettivi del club. A volte il risultato non sempre è quello che si cerca. Io da vicepresidente ho sempre cercato di vivere le gare in modo obiettivo, cercando un continuo miglioramento. Non è facile, perché anch’io ho delle emozioni. Ho sempre voluto fare felice questa gente”.

Confronto continuo con Pelligra

“Parlo tanto col presidente Pelligra – prosegue l’ad – per dargli una sicurezza e una garanzia del fatto che il nostro progetto non verrà mai smontato da un risultato. Noi crediamo fortemente in quello che stiamo facendo. È un momento difficile, c’è una crisi di crescita. Lavorare in una città così esigente dà delle responsabilità importanti. La passione dei tifosi è senza limite. Il loro sentimento va capito. A volte però questi sentimenti li portano a vedere ogni partita come l’ultima spiaggia. Domenica ho sentito molto dispiacere. Ho pensato molto prima di venire in conferenza. Le parole pesano. A volte preferisco fare, ma capisco che il dialogo con tutti i soggetti coinvolti è importante. Noi vogliamo portare avanti fino in fondo questo progetto. Il sogno dei tifosi è il nostro”.

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Tra le righe spunta anche una critica nei confronti di alcuni tifosi o presunti tali, i quali hanno preso di mira la sua famiglia. “Io ho sempre portato rispetto e lo pretendo indietro – dice Grella – . Quando si va oltre e si arriva a contattare mio figlio di 11 anni, vuol dire che abbiamo toccato il fondo”.

Gli obiettivi del Catania

Nel prosieguo del suo lungo prologo, Grella svela il vero obiettivo del Catania. Non si è parlato di vincere subito, ma di continuare a costruire all’insegna della crescita: “L’obiettivo dell’anno era fare una squadra competitiva e arrivare nei primi 3 posti. Il presidente ha messo a disposizione un budget che è importante. In varie riunioni fatte avevo proposto diversi tagli in condivisione con la dirigenza. Abbiamo deciso di dividerlo tra la prima squadra e gli altri rami del club. Quello per la prima squadra fa sì che noi possiamo lottare per i primi 3 posti”.

Si è parlato a lungo anche del budget speso da Ross Pelligra per il calciomercato e la costruzione della rosa. Grella, anche in questo caso, è molto chiaro: “In molti hanno parlato di voglia di risparmiare. Io parlo di sostenibilità. Un australiano non può spiegare il significato di una parola nella sua lingua. La sostenibilità significa investire per creare le basi affinché il club abbia un futuro. Giusto o sbagliato che sia, soltanto il tempo lo dirà. Pelligra non spende soldi, li investe. Noi dividiamo questo suo investimento per cercare di creare un movimento sostenibile”.

“Non è facile spiegare che teniamo molto al futuro del club – prosegue Grella – . Io magari a fine anno andrò via, ma non per questo voglio approfittarmene spendendo più di quanto abbiamo per accontentare qualcuno che non conosce le dinamiche della costruzione e gestione di una società. Non sono presuntuoso, è solo una precisazione perché quanto raccontato non è corretto. Pelligra ha un progetto ben chiaro e sa cosa vuole fare a Catania”.

Catania, Grella chiede confronto

Durante la conferenza stampa Grella ribadisce il suo legame con Catania e con i catanesi. E nel ribadirlo, invoca un altro aspetto fondamentale: “Un altro aspetto importante è quello del confronto. Non c’è una lite tra stampa e società, almeno per me. Non ce l’ho con nessuno particolarmente, ognuno può avere la sua opinione. Si è creata però un’attenzione sul Catania dopo 10 partite elevata e spesso questo compromette anche l’andamento di una gara. Noi dobbiamo riportare il club in alto tutti insieme. Non vuol dire che tutti devono parlare bene di me, ma non capisco il motivo degli attacchi personali. Il dialogo coi giornalisti nelle ultime settimane è diventato qualcosa che faccio fatica a descrivere e lo vivo con dispiacere. Pensavo di essere disponibile e trasparente con tutti, anche nel privato. Non ho mai fatto pesare il mio ruolo. Invece ho letto dei commenti imbarazzanti”.

I giocatori fuori rosa

Si parla di sanzioni, che fanno rima con giocatori messi fuori rosa. Grella parla tra le righe delle situazioni di capitan Rizzo e De Luca. E invoca rispetto per il club e per la maglia: “Le sanzioni interne si basano sui nostri valori. Chi indossa la maglia del Catania deve comportarsi in un certo modo. Non accetto chi non lo fa. Non c’è un secondo avviso, alla seconda volta viene chiesto al giocatore di andare via. Anche in momenti di difficoltà, quando viene a mancare un giocatore per la partita. La disciplina viene prima del risultato. I valori per noi fondamentali sono cinque. Il rispetto per il prossimo, innanzitutto. Chi viene qui e pensa di essere più grande di me, con me dura poco”.

Oltre alle sanzioni ai giocatori, però, ci sono gli errori commessi. Grella sa bene che il Catania ha commesso degli errori a livello dirigenziale. E non si nasconde: “Ci sono stati degli errori e vanno ammessi. Dalla preparazione alla lettura della costruzione della squadra. Mi prendo le mie responsabilità. Erano decisioni condivise ma io avevo l’ultima parola. Il mio ruolo prevede questo. So che questi errori fanno crescere, perché fanno capire e permettono di intervenire. Non è un’analisi recente, ci penso da un mese. Gli interventi da fare sono per me molto chiari e li faremo”.

Catania, Grella e il centro sportivo

Il progetto del centro sportivo è ancora in sospeso. Grella lo sa ma fa anche capire che non ci può essere fretta. Anche perchè il club si è insediato poco più di un anno fa: “Io non penso che un club dopo 15 mesi possa buttarsi a capofitto in un investimento così importante senza grandi riflessioni. Noi siamo vicini alla concessione del Massimino, che ha un valore enorme. Avere la prima squadra e lo staff qui, sotto lo stesso tetto, tutti i giorni, per confrontarci e capire come ognuno sta vivendo il momento per aiutarlo, diventa un grande vantaggio”.

Un altro capitolo è quello dello stadio Angelo Massimino, di recente assegnato nella sua gestione al Catania. “Io voglio creare una magia in questo Stadio – dichiara Grella – . Chi viene dovrà tornare a casa con qualche graffio e dolore per la forza di questo club. Nesima è di nostro interesse per i progetti di Pelligra, che non sono in tal senso a lunghissimo termine. Lui sa che a noi serve e vorrebbe lasciarlo in consegna alla città. Non è semplice però costruire un centro sportivo, sono necessarie diverse analisi. La voglia di fare e di riportare il Catania in alto porta Pelligra a esaltarsi spesso con le parole. Io però devo guardare ai conti del club per fare sì che abbia vita lunga e lo faccio riflettere. La società crescerà attraverso le difficoltà. Con l’aiuto della città possiamo venirne fuori, viceversa faremo tanta fatica”.

I costi sostenuti dal club

Incalzato dai giornalisti presenti, Grella ha parlato ancora dei costi sostenuti in sede di calciomercato dal Catania. E si scaglia contro chi ha formulato cifre ritenute irrisorie: “Chi ha parlato delle cifre del nostro budget dimostra di non conoscere il valore dei giocatori. Quanto fa 2 milioni diviso per tutti quelli che abbiamo in rosa? Più o meno 80 mila euro lordi, ovvero 40 mila netti. Se guardiamo soltanto al nostro attacco, vedendo le squadre di origine e ipotizzando il loro valore, capiamo subito che c’è molta ignoranza. È impossibile che il Catania abbia speso soltanto 2 milioni”.

“Il presidente ha fatto un investimento molto importante – prosegue l’ad del Catania – . Il settore giovanile ha un movimento dietro, che si avvicina a quelli dalla Serie B a salire alla Serie A. In Serie C tutti puntano sulla prima squadra, secondo un ragionamento di “o la va o la spacca”. Noi no. I soldi stanziati per costruire la prima squadra però sono stati abbondantemente sufficienti. Al massimo abbiamo potuto sbagliare su qualche giocatore”.

Serve l’inversione di marcia

Si arriva poi al tema più caldo in questi ultimi giorni, ovvero il futuro di Luca Tabbiani. Il tecnico ha ribadito che non rassegnerà le dimissioni. Grella si esprime così sulla squadra: “Ho iniziato a vivere gli allenamenti in modo intenso da un paio di settimane. Ho molti impegni e tanto lavoro da fare, non posso esserci tutti i giorni. Data la situazione, sono stato più presente. Ho visto coi miei occhi delle cose che mi hanno fatto riflettere. Ho parlato con chi dovevo parlare, perché determinate cose non mi andavano bene. Io sono qui per costruire, non per distruggere. Ho dato delle opportunità, ma il tempo non è per sempre. O si capisce, o non si va avanti nel progetto. Ho valutato e suggerito un cambio di atteggiamento, attendo questo cambio. Tanti atteggiamenti non mi sono piaciuti, sono sincero. Parlo del linguaggio del corpo, della voglia di andare a prendermi un risultato in modo cattivo. Non è solo questione di giocare bene, ma di approccio”.

Il vice-presidente ha confermato il confronto avvenuto la scorsa settimana con tutti i componenti della rosa. “La scorsa settimana ho parlato con qualche ragazzo. Ho fatto capire loro il mio pensiero. È stato un bellissimo colloquio. Non ho avuto filtri, ho manifestato in modo forte le intenzioni del club. Non posso accettare certi atteggiamenti. Adesso sta a loro farmi capire che possono cambiare”.

Catania, Grella e la situazione Tabbiani

In ogni caso, Grella non si è mai pentito di aver scelto Tabbiani come nuovo allenatore del Catania. “Se potessi tornare indietro, sceglierei ancora Tabbiani. Prima di farlo abbiamo discusso molto su come volevamo impostare la squadra in modo da svilupparla nel tempo. Non solo che fosse bella da vedere, ma propositiva e aggressiva. Una città così importante deve avere un’impronta forte. Io ho parlato con 10-12 allenatori, perché volevo un confronto. Ognuno ha la sua particolare visione. Con Tabbiani mi sono trovato subito. Non ero l’unico. Abbiamo fatto diverse call insieme al gruppo di consiglieri di Pelligra. L’idea era condivisa anche col ds Laneri. Sapevo di trovare all’inizio delle difficoltà, sono stato fortemente sorpreso con le prime partite. Non immaginavo quell’impatto. Poi alcuni risultati non sono stati favorevoli. Si è creata una grande pressione. Penso ancora che Tabbiani sia l’uomo giusto per noi”.

Squadra in crescita

Grella ha replicato anche su altri aspetti. Il primo riguarda la scelta di giocatori “svincolati” in sede di calciomercato. Il secondo è legato alle condizioni della squadra: “Parlare di giocatori svincolati in Serie C è assurdo. Non conosco club che comprano calciatori in questa categoria. Il Catania ha speso sul mercato perché ha acquistato i giocatori per il futuro. Abbiamo speso molto sui giovani, più che sui grandi. La dinamica del mercato è questa. Qualcuno è arrivato a preparazione avviata, ma si tratta di pochi giorni di differenza. Dobbiamo anche guardare le altre squadre. Se poi le scelte sono state giuste o meno, lo vedremo a fine corse. C’è stato qualche infortunio di troppo, che stiamo valutando con lo staff medico. Anch’io sono rimasto un po’ sorpreso. I giocatori hanno tutto a disposizione per stare bene dal punto di vista fisico. È un problema che però non mi preoccupa. Coi cambi che abbiamo apportato penso che vedremo a breve una squadra più brillante e atletica, saremo nella condizione che serve per vincere il campionato”.

“L’involuzione è legata alla condizione fisica – prosegue il vice-presidente – . Abbiamo fatto degli errori che vanno corretti il prima possibile. Per me il valore tecnico della squadra è tale che con una condizione fisica all’altezza potremmo dire la nostra”.

L’atteggiamento dei giocatori

Grella ha ribadito un concetto, ovvero alcune mancanze sul piano dell’atteggiamento da parte dei calciatori. E ribadisce anche un rispetto che deve essere fondamentale: “Ho chiamato i giocatori nel mio ufficio per questo. Ho detto che non accetto questo atteggiamento. Accetto un passaggio sbagliato, un errore tecnico che fa parte del calcio. Un errore non accettabile riguarda l’atteggiamento, l’attaccamento alla maglia, il rispetto. Quando sbagli atteggiamento la gente non lo accetta, ma prima di loro non lo accetto io. Non è accettabile all’interno del club. I giocatori sono stati avvisati in maniera costruttiva, non abuserò del mio potere, ma non accetto determinati comportamenti”.

Il ragionamento di Grella prosegue così: “Un certo atteggiamento viene trasmesso in tanti modi. Noi facciamo una certa prestazione e poi possiamo lottare per vincere le partite. Se non c’è quell’atteggiamento o vengono a mancare i princìpi sani all’interno di una squadra, assumendosi la responsabilità di indossare la maglia del Catania, sei avvisato. Dipende da chi deve trasmettere certi messaggi. Serve rispetto per chi fa sacrifici per fare l’abbonamento o andare in trasferta. Bisogna capire che non è accettabile un certo atteggiamento, altrimenti non c’è spazio in questo club”.

Mea culpa sul ritiro

Un aspetto che è finito spesso sotto la lente di ingrandimento riguarda il ritiro di Zafferana Etnea. Grella si assume le colpe per un’organizzazione non all’altezza: “Sicuramente la preparazione è stata fatta male. Non do colpe a Zafferana, hanno fatto il possibile per metterci a nostro agio. La decisione l’ha presa la società, sicuramente avrei cambiato. Ci è mancata la sfida con avversari di un certo taglio. Me ne assumo la responsabilità, l’abbiamo pensato in un modo che è stato sbagliato. Dobbiamo prenderci la colpa, la preparazione è un momento molto importante della stagione e non abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare per mettere squadra e mister nelle migliori condizioni”.

Dal campo di allenamento allo spogliatoio il passo è breve. Grella fa capire che a Catania ci deve stare gente consapevole dell’occasione che sta avendo: “Ci vuole coscienza, ci vuole conoscenza del fatto che chi dirige non accetta comportamenti non in linea con la grandezza del club e si rischia il posto. La mia presenza sarà sempre più costante, forse non aprirò la bocca ma guarderò ogni cosa. Non ho mai avuto paura di perdere, ma quel che non sopporto è avere una grande occasione e non prenderla in mano, non sfruttarla appieno”.

Catania, Grella e la tensione pre-Avellino

Si parla anche della tensione con cui il Catania ha affrontato l’Avellino. In tal senso Grella lancia quasi un grido di aiuto: “Si è creata una tensione eccessiva. Io stesso sono stato fermato in macchina con termini che non ci stanno. Forse non c’è stata grande comunicazione, lo accetto, ma portare tutta questa tensione nel nostro stadio ha fatto sì che la nostra forza diventasse la nostra debolezza. Mi chiedo come siamo arrivati a questo. Non è la prima volta che assisto a una contestazione. I tifosi vogliono vedere di più, io rispondo che anch’io voglio vedere di più. Solo insieme possiamo venire fuori da questa situazione, con la forza del club e della città. Se ci mettiamo contro, non andiamo da nessuna parte. Forse arriverà un altro al posto mio, forse sarà migliore di me, ma non è questa la risposta. L’unione fa la forza, lo stadio deve essere la nostra forza e oggi non lo è”.

A tal proposito, la partita di Brindisi è fondamentale, anche per dare una svolta alla stagione. Per questo motivo Grella si aspetta tanto: “Nessuno può garantire il risultato, ma la prestazione e l’atteggiamento sì. Spero che la squadra arrivi bene per vedere tutto questo. Io spero di vincere sempre, non solo domani. Non accetterò l’atteggiamento sbagliato. Voglio vedere la voglia di andare a Brindisi e vincere”.

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