Benedetto Mancini si apre a 360 gradi in una conferenza stampa particolarmente attesa e intensa. Queste le prime parole del principale candidato ad acquisire il Calcio Catania, dopo l’offerta presentata nella terza asta: “Aspettiamo la comunicazione del tribunale e nel frattempo ci muoviamo per organizzare tutto quello che c’è da fare. Questa sera sarò allo stadio, non ho perso praticamente una partita da quando sono qui. Ho sentito Baldini e gli ho fatto i complimenti, lo incontrerò solo dopo che tutto sarà fatto”.
Mancini, una conferenza per presentarsi a Catania
L’obiettivo da parte dell’imprenditore romano è chiaro. C’è la forte intenzione di restituire dignità al calcio a Catania: “Voglio creare a Catania qualcosa che possa durare nel tempo. Il Tribunale ha i suoi tempi, non c’è fretta ma vogliamo dare il via a qualcosa di importante. Sappiamo con certezza di avere adempiuto a tutte le richieste che erano presenti nel bando. Purtroppo la gente parla senza conoscere le carte, parlano di me senza sapere nulla della mia persona e delle mie attività”.
Il suo intervento, stando alle sue parole, è stato fondamentale per consentire alla squadra di continuare a scendere in campo: “Abbiamo depositato una cauzione in anticipo per permettere la prosecuzione dell’esercizio provvisorio. Se stasera il Catania giocherà contro il Campobasso è grazie a me e al mio intervento. In tanti mi stanno incitando ad andare avanti e a portare avanti il progetto. Le critiche ci stanno, ma chiedo a tutti un po’ di lealtà. Non mi trasferirò qui a Catania, la tratta con Roma è particolarmente trafficata e starò spesso vicino alla squadra. Voglio essere molto presente”.
La Sigi resta fuori
Mancini ha voluto ribadire anche l’assenza dei soci della Sigi all’interno della sua nuova realtà. Allo stesso modo non ci sono influenze da parte di Tacopina o altri dirigenti americani: “Se sono qui non è per fare un mordi e fuggi, ma perchè qui voglio fare un progetto a lungo termine. È un peccato che questa città non abbiamo un progetto vero e duraturo, e non quello che dura un anno giusto per fare business e andare via. Ho conosciuto i soci Sigi, ma non sono miei soci. Non c’è nessuno dietro di me, ma questo non mi impedisce di conoscerli personalmente. In società ci siamo solo io e i miei figli. Non ci sono americani”.
Un altro grande impegno riguarda il settore giovanile. La presenza di un dirigente come Riccardo Fabbro verte in questa direzione: “Vorrei che con me ci fosse gente motivata a fare qualcosa che nessuno ha mai fatto. Un progetto così articolato non lo troverete da nessun’altra parte. Dobbiamo vincere ma anche creare e alimentare la società, soprattutto con il settore giovanile. Andrò da ogni sindaco dei Comuni della provincia per avere scuole calcio griffate Calcio Catania”.
Mancini parla di Latina e Rieti
Al contempo il candidato all’acquisto del Catania ha tirato le somme sulle esperienze a Latina e a Rieti. Due episodi che non hanno innescato simpatie nei suoi confronti: “A Latina sono parte lesa per 7 milioni. Non lo dico io, ma la Procura. A me hanno chiesto un rinvio per 7.400 euro, ovvero il botteghino di tre partite, perchè non li avrei versati nelle casse della società. Allo stesso tempo avevo versato 180.000 euro nelle casse della società, ma di questo non c’è traccia da parte dei curatori. Chi c’era prima di me non aveva mai svelato la contabilità. A Rieti avevamo iniziato una trattativa con Curci con perdite per 800.000 euro, ho preso la società con 2 punti e l’ho lasciata terza in classifica. Solo questa è la verità, ora il club sta fallendo perchè i numeri erano tutti sballati”.
Il ruolo di Perinetti
Si è parlato anche dell’eventuale ingresso in società di Giorgio Perinetti nell’organigramma. Mancini in conferenza conferma questa ipotesi: “Quello di Perinetti è un nome che vi confermo. Stiamo parlando di un professionista che farà da ulteriore garanzia della serietà del progetto. Con lui vogliamo costruire qualcosa di vincente. Ho già detto a Pellegrino che se ha intenzione di presentare le dimissioni, io le respingerò. La presenza di Perinetti ha consentito a un bravo dirigente come Riccardo Fabbro di venire qui per apprendere”.
E poi c’è il tema Torre del Grifo, che sicuramente attrae ma deve diventare un biglietto da visita: “Sono stato ieri pomeriggio a Torre del Grifo, per parlare con alcuni professionisti che resteranno con noi. Stiamo parlando di un centro importante, non ci alleneremo altrove se sarò io il presidente. Discuteremo con la curatela le modalità necessarie per usufruire della struttura. È un’astronave, non ho intenzione di rilevarla, parleremo in un secondo momento del da farsi”.
