Alla scadenza del bando per l’acquisizione del Catania mancano soltanto dieci giorni, ma ancora i dubbi sugli investitori che presenteranno ufficialmente le proprie manifestazioni di interesse sono tanti: dal “no” dell’imprenditore farmaceutico Maurizio Mian al nome di Tamima Group che sembrerebbe essersi rivelata soltanto una suggestione. Finora ci sono state più trattative sfumate che vere e proprie proposte. Il tempo per presentare un’offerta consona però c’è ancora. La speranza del Comune del capoluogo etneo e della piazza è che ci sia possibilità di scelta. È inverosimile, infatti, che alla corsa per riportare il calcio nella città rossazzurra non partecipi nessuno.
“C’è parecchio fermento e ci sono continue telefonate e richieste di informazioni”, ha annunciato Sergio Parisi ai microfoni di Itasportpress nei giorni scorsi. È necessario però che al più presto queste manifestazioni di interesse vengano messe nero su bianco. L’amara verità al momento è che non c’è nulla di certo. Di nomi se ne sono fatti tanti, ma per avere delle notizie attendibili sarà necessario attendere il prossimo 18 giugno. A fare ben sperare i tifosi etnei sono i rumors che si stanno susseguendo nelle ultime ore. Uno in particolare, tra quelli più recenti, è quello che fa riferimento a Salvatore Palella, numero uno di Helbiz.
Catania, Tamima a Maurizio Mian: le occasioni sfumate
Il bando per la creazione del nuovo Catania Calcio non potrà contare su un paio di candidati apparentemente di spessore, i cui nomi erano emersi nei giorni scorsi, ma che sembrerebbero ormai fuori dai giochi. Il primo risponde al nome di Maurizio Mian, noto imprenditore nel settore farmacologico che ha spesso legato i suoi affari con il mondo del pallone. In passato è stato a capo di altre società, come il “suo” Pisa e altre formazioni del calcio femminile come il Verona. Nel 2019 ha anche tentato di acquisire la Salernitana. Tuttavia, secondo quanto riportato da Unica Sport, non ci sarà posto per lui tra i candidati per la rinascita rossoazzurra. L’imprenditore si era detto inizialmente molto interessato, ma dai primi contatti non sono emerse le condizioni utili alla costruzione e alla gestione di una società calcistica in terra etnea.
E poi c’è Tamima Group, la società con sede a Dubai che per prima aveva manifestato un certo interesse per prendere parte alla fondazione del nuovo club rossazzurro. Non parliamo di una partecipazione diretta, bensì di un forte contributo economico a sostegno di una cordata di imprenditori del Nord Italia che avrebbe preso parte al bando. A fare da punto di riferimento dal punto di vista dirigenziale e sportivo nel Catania ci sarebbero stati Angelo Quaglia e il direttore sportivo Claudio Ferrarese, con l’ex calciatore e ora allenatore Luca Lugnan come guida tecnica designata. Il progetto sembrava ben definito. Anche questa pista, però, si è fatta via via più sbiadita con il passare dei giorni. E da qualche giorno, di Tamima e dei suoi emissari non c’è più traccia.
Catania, chi partecipa al bando: ci sarà Palella di Helbiz?
In sostanza, chi parteciperà al bando utile a riportare il calcio a Catania? I nomi emersi nelle scorse ore, come abbiamo visto, sono stati tanti. Non ci sono però ancora soggetti che abbiano manifestato pubblicamente l’intenzione di presentare la propria manifestazione di interesse, a differenza di quanto era accaduto anni fa al Palermo (con il duo Mirri-Di Piazza ed il patron della Sampdoria Massimo Ferrero che avevano annunciato fin dal principio la propria candidatura). I precedenti però rivelano che non c’è ancora da temere. Nel caso del Bari, infatti, la proposta di Luigi De Laurentiis arrivò a soli due giorni dalla scadenza.
La speranza è che anche in questo caso le manifestazioni di interesse a firma di investitori seri possano arrivare copiose entro il prossimo 18 giugno. Un nome che fa brillare gli occhi ai tifosi rossazzurri, in queste ore, è quello di Salvatore Palella. Il fondatore di Helbiz, secondo quanto riportato da Catanista, sarebbe tra i membri di una holding (non quella leader nel settore della micromobilità che attualmente detiene i diritti della Serie B) che è intenzionata a partecipare al bando. Tra i soci ci sarebbero anche investitori esteri. Non è da escludere che nei prossimi giorni le intenzioni del gruppo possano essere rese pubbliche.
L’ombra della SIGI e di Benedetto Mancini
Ultime ma non ultime ci sono le ipotesi che certamente sono le meno gradite al pubblico di fede catanese. In primis l’eventuale partecipazione di componenti della SIGI al bando, seppur con un ruolo non di prim’ordine. Si è parlato in maniera diffusa della presenza di un ex socio all’interno di una cordata guidata da un imprenditore che opera nel campo dei termovalorizzatori. Una storia di calcio e di interessi economici, visto che il suddetto investitore è in ballo per la costruzione di un’opera a pochi chilometri dal centro abitato etneo. In ogni caso non ci sono grossi margini per questa candidatura, se consideriamo l’interdizione dei soci SIGI che è stata stabilita nel bando.
In conclusione, nelle scorse ore è tornato di moda il nome di Benedetto Mancini. L’imprenditore romano ha appena completato l’acquisizione del Giarre, società ceduta dal vecchio patron Giulio Nirelli. Si pensa che una delle prime operazioni che verranno effettuate dal nuovo proprietario del club sia quella di spostare la sede operativa a Catania, il che renderebbe di fatto quella gialloblù la seconda squadra della città. Ma c’è di peggio. Qualcuno teme infatti che l’operazione sia un apripista verso un approdo di Mancini alla guida della futura società rossoazzurra, che acquisirebbe proprio il titolo del Giarre in Serie D. Anche in questo caso si tratta di una ipotesi remota e praticamente impossibile da percorrere, a meno che il bando non vada deserto.
