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Calcioscommesse Serie B, “tanti giocatori coinvolti”: a Palermo c’è un precedente

Calcioscommesse anche in Serie B? Un nuovo caso sta stravolgendo il calcio italiano, con squadre e giocatori di Serie A chiamate in causa. La sensazione però è che la questione possa espandersi. Dopo i tentativi di combine, il Totonero, U e le altre inchieste, il mondo del pallone rischia di essere sommerso ancora una volta dall’ondata di fango dello scandalo. I calciatori – e non solo – come “giocatori d’azzardo”, pronti a scommettere su eventi calcistici su piattaforme illegali, gestite dalla malavita. È un terremoto che potrebbe allargarsi qualora si provasse che eventi sportivi siano stati indirizzati per favorire flussi di scommesse.

Calcioscommesse, Corona fa tremare la Serie B

L’inchiesta, in capo alla Procura di Torino, verte su un giro di scommesse su piattaforme illegali online. Esse avrebbero permesso agli iscritti di scommettere per centinaia di migliaia di euro sugli eventi. Le cifre immesse nel circuito non sono consentite dalle società di scommesse legali. È per questo motivo che nella rete sarebbero caduti un gran numero di scommettitori e tra questi anche diversi calciatori.

A lanciare lo scoop sul calcioscommesse è stato Fabrizio Corona. Il re dei paparazzi ha fatto i nomi di diversi giocatori, uno dopo l’altro. Nicolò Fagioli è stato solo il primo. Il centrocampista della Juventus si è autodenunciato alle autorità, ammettendo di aver scommesso grosse cifre sulle partite. Ma non è il solo. L’inchiesta sta coinvolgendo anche altri calciatori di rilevanza nazionale. In questo senso vanno letti gli interrogatori a Nicolò Zaniolo (Aston Villa) e Sandro Tonali (Newcastle).

Le indagini degli investigatori sono ancora in corso per capire se altri giocatori siano coinvolti. Un aspetto della vicenda che Fabrizio Corona dà per scontato. “Ci sono un bel po’ giocatori di Serie A coinvolti nel calcioscommesse, di Serie B e C non ne parliamo proprio”, ha affermato. E ha aggiunto: “Non è come ai tempi di Vallettopoli. Parliamo di bravi ragazzi che non lo fanno per soldi, lo fanno per adrenalina. È una malattia, la ludopatia”.

Calcioscommesse, i casi negli anni ’80 che coinvolsero il Palermo in Serie B

Mentre le squadre di Serie B e Serie C tremano in attesa delle ultime notizie sul calcioscommesse, è inevitabile riportare alla mente gli eventi del passato. Casi simili infatti purtroppo non sono una novità, con almeno quattro casi tra gli anni ’80 e i primi del Duemila. Due videro anche il coinvolgimento del Palermo, coi rosanero penalizzati sia al termine della stagione 1979-80 che nel 1985-86.

Le differenze tra i casi di oggi e quelli storici sono comunque notevoli: in passato non c’erano infatti molti sistemi di scommesse legali, oltre a quelli di Stato (il Totocalcio per intenderci). Attualmente i controlli incrociati al flusso, invece, fanno emergere molto più facilmente se c’è qualcosa che non va.

Quel Palermo-Lazio che aprì il primo caso Totonero

Nell’inchiesta Totonero 1980, un sistema di scommesse organizzate dal commerciante Massimo Cruciani e dal ristoratore Alvaro Trinca fu portato alla luce proprio da questi ultimi. I due dissero di essere stati truffati da diversi allenatori e calciatori, i quali sarebbero stati pagati per aggiustare il risultato di alcune partite, con alterne fortune.

In alcuni casi i tentativi di combine andarono in porto, come nel caso dell’amichevole tra Palermo e Lazio, terminata come concordato con un pareggio. Fu il primo match, in ordine di tempo, aggiustato da questa associazione a delinquere. La partita, però, si giocò senza un arbitro federale, visto che i biancocelesti si presentarono con 50′ di ritardo. Le vincite pertanto furono tutte annullate.

Alla fine i rosanero dovettero scontare 5 punti di penalità nella stagione 1980-81 e Guido Magherini ben 3 anni e mezzo di squalifica. Molte pene vennero poi condonate dopo la vittoria dell’Italia nel mondiale 1982.

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Totonero bis, la squalifica del 1986 e il fallimento

Ben più gravi i fatti del 1985-86, quando tutto il sistema calcio italiano professionistico fu coinvolto dalla scandalo Totonero bis. Il Palermo fu coinvolto come squadra, e quindi con la cosiddetta responsabilità oggettiva. Furono squalificati (alcuni per diversi anni, altri per pochi mesi) il presidente Salvatore Matta e praticamente tutti i calciatori della rosa, tra cui Valerio Majo, Onofrio Barone, Gianni De Biasi, Mario Piga e tanti altri.

La società sarebbe stata inoltre costretta a scontare un punto di penalità nella classifica della stagione 1985-86 e 4 nella stagione successiva. Ma, il sopravvenuto fallimento nell’estate del 1986 non permise mai ai rosanero mai di scontare la squalifica.

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