Benedetto Mancini si presenta già come nuovo proprietario del Calcio Catania. L’unica offerta pervenuta nella terza asta per acquisire il club è stata la sua. Questo il suo riassunto della giornata ai microfoni di Unica Sport: “Oggi il presidente del Tribunale ha comunicato che è arrivata un’offerta e ha delegato il giudice fallimentare a espletare le pratiche: poi arriverà il dispositivo. Mi aspettavo la conferma della ricezione della Pec, stavolta non c’è stato nessun errore: adesso bisogna attendere il normale iter burocratico. Oggi sono andato a Torre del Grifo, ho visitato la struttura, ho parlato con la parte amministrativa, come il direttore Pellegrino. Non ho voluto disturbare la squadra, perchè domani sera c’è la partita e i ragazzi devono mantenere la giusta concentrazione. Volevo però far sentire che l’offerta è arrivata, ho voluto fare un primo summit con tutti i componenti che supporteranno questo progetto. Con la squadra parleremo quando sarà ufficiale il nostro arrivo, una volta arrivato il dispositivo del Giudice fallimentare”.
L’imprenditore romano, che è in città da qualche giorno, ha fatto capire che in città c’è tanta voglia di risorgere dopo gli ultimi anni difficili a livello societario. E ancora una volta ribadisce la condotta esemplare da parte sua e del suo staff nella gestione della proposta per l’asta di ieri: “Mi sono reso conto che Catania ha una voglia, una capacità di attrarti in un progetto importante. C’ho sempre messo la faccia, anche il 4 marzo dopo l’errore con la pec. Non c’è stata strategia, abbiamo sbagliato semplicemente a inviare la mail. Abbiamo adeguato il capitale sociale a quanto richiesto dal bando, aggiustato tutto e ci siamo ripresentati. L’unica offerta arrivata in Tribunale è la nostra”.
Mancini rassicura: “Catania non è come Latina”
In molti temono che Benedetto Mancini faccia a Catania quel che ha già fatto in altre due piazze in cui ha provato a subentrare. Ma gli etnei possono stare tranquilli, qui non sarà come a Latina o a Rieti. Almeno stando a sentire le sue parole: “Il fallimento del Latina è subentrato dopo di me per fatti accaduti prima che arrivassi io, questo voglio chiarirlo. A Rieti, invece, durante la trattativa siamo partiti da debiti per 400 mila euro, per poi arrivare a più di 1 milione, una squadra di D senza pubblico, lasciamo perdere. A Catania ho trovato Tribunale e Curatela molto corretti, con una situazione debitoria chiara. Questa città ha capacità e potenzialità inespresse, enormi. Io voglio fare ricredere tutti quelli che avevano dubbi su di me, ho fatto quello che avevo promesso di fare. Adesso siamo pronti a fare i fatti, non abbiamo buttato 510 mila euro per caso”.
Ma quali sono le competenze di Mancini per potersi addentrare in un progetto così rischioso? Questo è il curriculum svelato dallo stesso protagonista: “Ho un’attività di consulenza, con base in Bulgaria, un lavoro onesto, pago le tasse e tutto. Ho sempre fatto sport, da calciatore e da dirigente, sono stato responsabile Nike per gli eventi del Basket. Io voglio fare sport, voglio far fare sport a tanti ragazzi e creare servizi alle famiglie, qualcosa che vada a impattare sull’intorno: oltre a vincere, voglio creare qualcosa che rimanga sul tessuto sociale”.
Il piano di Mancini
Mancini ha poi svelato in poche parole il piano che ha in mente per il Calcio Catania. Un piano che prevede un impegno graduale ma costante per rilanciare la società: “Con i miei consulenti abbiamo redatto un business plan chiaro, sappiamo dove dobbiamo arrivare. Per arrivare all’obiettivo dovremo compiere tanti passi, tanti impegni che andranno rispettati. Quello Catania è un progetto che dovrà funzionare da subito, sin dal giorno dopo l’assegnazione del titolo sportivo. Vogliamo coinvolgere le istituzioni, personaggi dello sport che amano questo club. Un progetto per vincere e creare tanti grandi giocatori. In due anni, bisognerà spendere tra 15 e 20 milioni di euro, una città come Catania merita un progetto del genere”.
Naturalmente nel programma di Mancini ci sarà spazio per i giovani. Anche perchè il settore giovanile del Catania è uno dei più fulgidi in Sicilia e in tutto il Sud del Paese: “Vogliamo investire sul settore giovanile, andremo a pescare ragazzini comune per comune. Sulla squadra bisognerà spendere per renderla competitiva, prendendo dirigenti soprattutto che affianchino quelli che ci sono adesso, a cui vanno fatti i complimenti per quello che hanno fatto finora. La nostra società dovrà competere a livello nazionale e poi internazionale”.
Avanti da solo
Colui il quale si prepara a diventare il nuovo patron del Catania fa capire che non ci sono alle viste inserimenti di nuovi azionisti o soci del club. Al momento, dunque, andrà avanti da solo. Anche senza la Sigi: “Non è previsto, ad oggi, l’ingresso di nuovi soci. Se in futuro qualcuno espressamente chiederà di partecipare al progetto Fc Catania 1946, le regole saranno chiare, ma si tratterà di quote piccole. Sigi? Nessuno di loro sarà coinvolto nel progetto con me. Ho conosciuto dei soci, c’ho preso magari un caffè, ma ciò non significa che saranno integrati nella società. Non sarà un mordi e fuggi, non rivenderò a nessuno: il mio sarà un progetto che durerà anni”.
Questo sarà invece l’organigramma della nuova società, non appena il Tribunale darà il via libera: “Fabrizio De Micheli sarà dg, Riccardo Fabbro domattina sarà qui a Catania, ho conosciuto questa città grazie a lui. Riccardo è una persona seria, ha rapporti con tante aziende e anche in Federazione. Lui potrebbe essere un club manager, uno addetto alle relazioni, in grado magari di attirare altre aziende per realizzare progetti condivisi. Non c’è nessun socio americano, i soldi arrivano dall’America perchè ho delle società che stanno anche lì, ma non c’è nessun americano”.
Mancini tranquillizza i tifosi del Catania
Nell’ultima parte dell’intervista Mancini si è rivolto ai tifosi. Non è sua intenzione fare una comparsata fino al fallimento del club. Anzi c’è tutta la voglia di rilanciare il brand e la tanto chiacchierata matricola: “Non giocherò coi sentimenti dei tifosi del Catania, io dirò sempre la verità. Impareremo a conoscerci, sono sempre disponibile a parlare e dare spiegazioni a chiunque voglia. Dopo venerdì scorso me ne sarei potuto tornare a Roma, invece sono ancora qui: ho dimostrato coi fatti di voler portare avanti il progetto, come ho sempre detto nelle ultime settimane. Questa città, come l’Etna, è piena di energia: gli va dato qualcosa di nuovo e importante”.
Mancini fornisce rassicurazioni anche in merito a Torre del Grifo. In molti pensano che la struttura sia l’unico pretesto per tenere in vita questa società, ma l’imprenditore vuole farne il perno centrale del futuro del club: “Il Catania continuerà ad allenarsi lì, la squadra resterà lì, non andremo da altre parti. Anche la sede resterà a Torre del Grifo, noi il giorno stesso in cui faremo il passaggio di proprietà, chiederemo l’uso di Torre come sede, campi e struttura”.
Infine un pensiero per la squadra allenata da Francesco Baldini. Oltre ad aver fatto gli auguri al tecnico per il compleanno e ad aver ribadito di non voler incontrare la squadra per non distrarla, Mancini ha parlato di obiettivi chiari sul campo: “Intanto dobbiamo pensare a raggiungere la salvezza, senza avere l’ossessione dei play-off. Poi dobbiamo vedere dove saremo dopo Catania-Messina, parlare prima credo sia poco rispettoso verso la squadra. Lasciamoli lavorare in pace: se succede il miracolo, saremo qui a godercelo. La squadra, da Baldini ai ragazzi, ha dimostrato un professionismo unico: a loro vanno fatti grossi applausi”.
