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De Biasi: “Fui vicino ad allenare Palermo. Baldini-Castagnini? City Group sorpreso, ora…”

Palermo e Torino si affrontano al secondo turno di Coppa Italia. La partita è in programma sabato 6 agosto allo Stadio Olimpico. Le due squadre per motivi diversi arrivano alla sfida con problematiche importanti dentro e fuori dal campo, ma c’è voglia di non compiere passi falsi. A parlare delle situazioni che stanno vivendo i rosanero e i granata nonché dell’incontro imminente, in esclusiva ai microfoni di Sporticily.it, è stato Gianni De Biasi, commissario tecnico dell’Azerbaijian nonché doppio ex.

De Biasi ha conosciuto il calore del prato dello stadio Renzo Barbera da calciatore ed è stato l’allenatore dei granata tra il 2005 e il 2008, nei primi anni della gestione di Urbano Cairo. Sia dell’avventura tra le fila del Palermo sia di quella sulla panchina del Torino porta ancora con sé ricordi indelebili.

De Biasi e il Palermo, tra passato e presente

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L’avventura in rosanero per Gianni De Biasi rappresenta tuttora un ricordo al miele. “Palermo è rimasta nel mio cuore, perché è stata una tappa importante della mia vita. Nonostante in quel momento non fosse una top club e avesse difficoltà oggettive, tanto che si alternò tra Serie B e C per poi fallire. Il gruppo di giocatori però era interessante e di buona qualità: De Vitis, Maiellaro, De Stefanis, Valerio Majo, Di Cicco. Tutti calciatori che hanno segnato un percorso importante per quella società”.

Quel Palermo è poi rinato negli anni, fino all’era Zamparini. Proprio in quel momento De Biasi è stato vicino a tornare da allenatore. “Mi incontrai con Zamparini nella sua casa ad Aiello del Friuli nell’anno in cui il Palermo fu allenato da De Zerbi (2016-17, n.d.r.). Allora però ero vincolato con l’Albania e ho detto no al compianto presidente. Non potevo liberarmi, era una situazione difficile dal punto di vista contrattuale. Nell’incontro chiesi un po’ di tempo, ma poi dissi di non poter risolvere. Ci rimase male, ma io cercai di comportarmi nella maniera più corretta”.

Il futuro del Palermo con City Group

Adesso il futuro del Palermo è nelle mani del City Group. I presupposti sono ambiziosi, eppure sono già sorti i primi problemi col caso Baldini-Castagnini. Il duo si è dimesso in quanto non si sentiva al centro del progetto. “Ho grandissima stima di Baldini, con cui ho diviso una camera ai tempi dei corsi a Coverciano. Mi piace molto come persona. Come allenatore ognuno di noi ha le proprie idee e modo di condurre il gruppo. Castagnini poi lo conosco da tanto tempo, prima da calciatore e poi a Brescia. Sono rimasto perplesso: una squadra che ha vinto il campionato per come ha fatto il Palermo, merita fiducia e continuità nel progetto. Poi con il cambio di proprietà diventa tutto problematico. Ci sono tante variabili e situazioni che noi non conosciamo. È una vicenda però che mi lascia allibito. La proprietà è comunque sicuramente importante, che nell’immaginario ti fa pensare ad un Palermo in chiave europea. Mi auguro che sia così, magari già vincendo il campionato di Serie B. Rimaniamo alla finestra con curiosità”.

La panchina rosanero intanto è ancora vacante. I nomi sono i più vari: da Ranieri a De Rossi, da Corini a Vanoli. Una decisione però non è stata presa. “Credo che il City Group non si aspettasse ne le dimissioni di Baldini né quelle di Castagnini. Si stanno prendendo il tempo necessario per fare una scelta che non sia di pancia. Piuttosto cercano una soluzione ragionata nell’ottica del medio periodo, per poter pianificare con un allenatore che loro ritengono all’altezza della situazione”.

De Biasi e la parentesi al Torino

Per quanto riguarda l’esperienza al Torino, invece, ci sono stati alti e bassi per De Biasi. Un playoff di Serie B vinto dopo l’anno del fallimento, ma anche qualche frizione in sede di rottura. “La vittoria della finale con il Mantova davanti a 65.000 spettatori al vecchio Delle Alpi (poi Allianz Stadium) fu indimenticabile. Una partita fantastica, un’impresa importante. Ho avuto delle vicissitudini con la società alla fine, ma conservo di Torino un ricordo molto positivo. Parliamo di una piazza importante, con una tifoseria straordinaria con un amore viscerale per i propri colori. Mi farebbe piacere se il Toro fosse “parcheggiato” stabilmente nelle prime otto”.

E sulla gara in programma sabato, che sarà quella d’esordio per i granata: “Sarà una partita con tante incognite. Il Torino è ancora incompleto, che nella visione dell’allenatore (Juric n.d.r.) dovrebbe fare di più sul mercato. Sono andati via giocatori importanti come Bremer e Belotti, una cosa che lascia certamente il segno. Ne è l’emblema lo scontro tra il tecnico e il d.s. Vagnati, immortalato in un video che ha fatto il giro del web. Sono quegli episodi che capitano in molte squadre, anche se c’è stavolta l’evidenza delle immagini che hanno esasperato i toni. Ma credo che sia una situazione che si possa ricomporre, magari per dare ulteriore spinta al gruppo. Comunque sarà la prima partita per il Torino, con un campionato che parte presto per “colpa” del Mondiale. Il risultato dati questi presupposti sarà incerto”.

De Biasi, dopo l’Azerbaigian il ritorno in Italia?

De Biasi ha alle spalle due esperienze da c.t., prima con l’Albania e poi con l’Azerbaijan. Il tecnico si è allontanato dall’Italia per essere protagonista. “Io punto a fare l’allenatore a 360°. Avere la possibilità di gestire, come faccio in Nazionale, di decidere chi saranno i miei giocatori: chi farà parte della squadra, chi si allinea alle mie idee di calcio aggressivo, propositivo e di possesso, che metta davanti il gruppo. Se ho la possibilità di fare queste cose ed ho carta bianca, ottengo risultati importanti. Ho vinto dalla C alla A e ho portato l’Albania al 22° posto nel ranking Fifa e in fase finale all’Europeo. Credo di aver dimostrato di saper fare qualcosa. Per fortuna non devo scegliere la prima offerta che passa: deve essere un progetto stimolante, che mi faccia sentire al centro del progetto”. E se gli si chiede di un futuro a Palermo lui risponde: “Tempo fa c’era una commedia che parafrasava Aspettando Godot, di Thomas Beckett. Si chiamava Aspettando Palermo… (ride, n.d.r.)”

Il campionato di Serie B d’altronde è avvincente, per cui dire di no sarebbe difficile. Ci sono anche diverse squadre che ha allenato, una su tutte il Modena, portato dalla Serie C alla Serie A (con salvezza incorporata). Per di più 17 delle 20 partecipanti hanno un passato massima serie. “Sarà un campionato stimolante e interessante. Credo che come sempre ci saranno le sorprese che usciranno fuori. Al tempo stesso ci sono quelle realtà consolidate in categoria, tipo il Parma, che punteranno decisamente a salire”, ha concluso.

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