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Geraci, bel gioco ma pochi punti: una macchina ancora da perfezionare

Un “Santissima Trinità” gremito, colorato e vestito a festa che rendeva il giusto tributo alla cavalcata trionfale del Geraci di Gaetano Mirto. Tutto ciò accadeva il 19 marzo scorso (a due giornate dal termine dello scorso campionato di Promozione) e sembra già essere passata una vita.

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Quello del club madonita – nella stagione 2022/2023 – è stato un assolo entusiasmante, un dominio a tutto tondo, senza macchia e senza ombra, di un gruppo granitico divenuto squadra sovrana in categoria col trascorrere delle giornate. Un fulgido sole illuminava quella giornata stupenda, in cui la partita costituiva gradevole ma marginale cornice all’evento vero: la celebrazione del ritorno in Eccellenza della compagine granata. L’abbraccio ideale tra la squadra ed i tanti presenti, ha reso giustizia ad una lodevole impresa sportiva fatta di sudore, abnegazione, coraggio e sacrificio. E di valori, tecnici, tattici e mentali. Patrimonio insito nel Dna di quel Geraci, mostratosi superiore alle sue contendenti, ma che ha dovuto vincere scetticismo, indifferenza, ed inevitabili pressioni.

L’ha fatto di slancio, con personalità e spirito indomito, sapientemente costruito e ritoccato dalla dirigenza composta da: Francesco Giaconia (presidente), Daniele Neglia (vicepresidente), Gaetano Scancarella (direttore generale) e Luigi Coco (direttore sportivo) e magistralmente guidato da Gaetano Mirto. I meriti del tecnico, di matrice motivazionale, strategica e tattica, sono stati sotto gli occhi di tutti. Per esercizio di sintesi, ci limitiamo a ribadire che il lavoro dell’ex Leonfortese è stato perfetto nella scorsa annata. Non ha sbagliato una virgola, esaltando collettivo e singoli e portando nel massimo livello regionale un piccola piazza come Geraci, neopromossa dalla Prima Categoria.

Un mercato rivoluzionario, l’addio di Serio e company e la riconferma di Mirto

Pronti via, Gaetano Mirto rimane al timone di questo Geraci, nonostante le avance di un club a lui rimasto nel cuore come quello di Leonforte, oggi chiamato Centro Sicilia FC. Poi la rivoluzione della rosa. Fuori i palermitani, protagonisti principali della cavalcata trionfale, ma estremamente lontani dalla piazza e dal club per poter affrontare un campionato come quello dell’Eccellenza. Quindi De Miere e Marrone passano all’Aspra, Jack Serio e capitan Chiazzese rimangono in Promozione e firmano con l’ambizioso San Giorgio Piana. Si conclude con Velardi a Casteldaccia e Antonio La Mattina al Fada.

Nel piccolo borgo di Geraci Siculo tutto è cambiato. Escluse le riconferme di Gonzalez, Cigno, Valor e Coco la squadra ha subito una vera e proprio metamorfosi, con l’inserimento in rosa di un folto numero di stranieri. Dai brasiliani Evandro Bressan e Pedro Luiz Gusso punti fermi del pacchetto arretrato, passando per Agustin Gabriel e l’attaccante portoghese 2001 Márcio Fernandes. Quest’ultimo è stato l’eroe della gara vinta contro l’Athletic Club Palermo, unica vittoria stagionale. A completare i nuovi arrivi ci pensano Leonardo Pettenon e il centravanti sloveno Roy Rudonja. Figlio d’arte e reduce da esperienze importanti in carriera in Inghilterra (Leicester City, Sheffield Wednesday), Olanda (RKC Waalwijk), Austria (ASKÖ Oedt) e Malta (Senglea Athletic). A completare la rosa, in un secondo momento si sono aggiunte alternative valide in attacco come Giuliano Guadagnoli e l’egiziano Omar Abdelazim.

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Non solo giocatori provenienti dall’estero per il nuovo club targato Giaconia: l’under in porta Gabriele Barbagallo (classe 2002 ex Giarre e Canicattì, di recente convocato dalla Nazionale Beach Soccer italiana). Il giovane geracese Lo Pizzo e l’ex bomber del Ribolla U17 (29 gol) Francesco Tripiano. Senza dimenticare un punto cardine come Antonio Panebianco, esterno mancino, ex Catania, Messina, Giarre e Trapani.

I numeri del Geraci edizione 2023/2024 e il calendario scomodo

Il Geraci all’alba della nuova stagione agonistica è stato eliminato al primo turno di Coppa nel derby tutto madonita con la Supergiovane Castelbuono. 0-3 all’andata a favore dei Cinghiali di Bognanni e 4-4 nel pirotecnico ritorno del Santissima Trinità, che ha decretato l’eliminazione dei granata. Il copione – sul piano dei risultati – in campionato non cambia. La compagine di Mirto nelle prime sette giornate riesce a totalizzare solamente 4 punti, frutto di: una vittoria, un pareggio e ben cinque sconfitte (di cui l’ultima rimediata sul campo di Castellammare). Sette i gol fatti e dodici quelli subiti (seconda peggior difesa).

Accantonato l’argomento statistico, c’è da toccare il tema calendario. E’ incredibile pensare che il Geraci abbia dovuto affrontare nelle prime sette giornate tutte le squadre candidate a fare un campionato più o meno di vertice. Dal Pro Favara in casa al debutto alla trasferta del Nino Vaccara contro l’US Mazara 46 fino ai due confronti consecutivi con Nissa FC e Athletic Club Palermo. Escluse Accademia Trapani, Don Carlo Misilmeri e Castellammare (tutti match abbordabili sulla carta dove si poteva raccogliere di più) la squadra madonita è partita sempre con i favori del pronostico contro, al netto di investimenti fatti e costruzioni delle rose. Infatti, non è un segreto che le squadre allenate rispettivamente da Catalano e Terranova vogliono staccare il pass diretto per la Serie D. Poi ci sono Santana e compagni che hanno alzato l’asticella quest’anno e l’ex Mazerese che punta su una struttura di gruppo ben consolidata, come le loro posizioni raggiunte negli ultimi campionati d’Eccellenza siciliana (due quinti posti consecutivi).

Il Mirto-ball ed i suoi principi di gioco

Un Geraci cambiato dal punto di vista degli interpreti, ma capace e comunque adatto all’interpretazione del canonico 3-5-2, assetto di riferimento dell’era targata Gaetano Mirto. Tenere il baricentro alto ed accorciare con le linee in pressione fino alla trequarti offensiva, sganciare entrambi i quinti in spinta propulsiva sulle corsie, richiedere la compartecipazione organica di tutti gli effettivi in sede di costruzione del gioco, cadenzare gli inserimenti dei centrocampisti al fine di accompagnare l’azione degli attaccanti ed elevare l’indice di pericolosità. Tutti tratti caratterizzanti lodevoli alla base di una filosofia calcistica audace e propositiva, a patto di disporre di individualità dotate di determinate attitudini, al top della condizione atletica e mentale, in grado di ricomporre densità, equilibri e distanze in fase di non possesso, già sufficientemente padroni di sincronismi ed automatismi corali utili a rimediare all’errore del singolo.

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La squadra nelle prime sette giornate ha confermato la sua identità. Giocandosi quasi tutte le sfide a viso aperto. Al bando ogni accortezza, ogni speculazione tattica votata all’attendismo. Darle e prenderle, con il gusto ed il piacere di farlo. Probabilmente però, il Geraci ne ha date poche e ne ha prese troppe. Ma non tutto è come sembra e le sfumature, soprattutto nel calcio, esistono. Infatti, con grande pazienza, passione e professionalità la redazione di Sporticily ha contato interamente, tutte le occasioni da gol create e subite dal Mirto-ball, dalle più nitide alle potenziale opportunità (come tiri da fuori o conclusioni rimpallate).

Le occasioni da gol del Geraci in Eccellenza

Debutto complicato quello interno contro il Pro Favara nel quale si è perso 0-3. Tuttavia la compagine granata contava diverse assenze e alcuni giocatori schierati in campo con pochi allenamenti in squadra. Per la squadra di Catalano si contano dalle 7 alle 8 azioni, considerando anche l’autogol di Gusso. I padroni di casa in quell’occasione hanno giocato a testa alta, per larghi tratti alla pari. Infatti l’indice di pericolosità del Geraci, conta almeno 4 opportunità non concluse a buon fine, tra cui un rigore abbastanza netto in avvio. Alla seconda giornata di Eccellenza il Geraci – nonostante il ko per 2-1 – ha dominato allo stadio Sorrentino, producendo circa 10 occasioni da gol (tra potenziali e nitide) di cui una è finita in rete con Bressan. Mentre l’Accademia Trapani ha saputo vincere con due gol su altrettante occasioni nitide.

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A Mazara la partita è stata giocata egregiamente dai madoniti, bravi nel non concedere neanche un tiro in porta all’US Mazara 46, senza però riuscire a sbloccare il risultato. Madoniti condannati dalla sfortuna, con il goffo autogol di Gusso sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Discorso differente per il match contro la Don Carlo Misilmeri di Tumminia. In questa gara i ragazzi di Mirto hanno prodotto almeno 6 opportunità per segnare. Anche in quella situazione è arrivato un solo gol e ancora su calcio d’angolo con Bressan, ma il Geraci avrebbe meritato il raddoppio. Invece la compagine biancorossa in quell’occasione ha agguantato il pareggio con Cossentino di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione al 90′. Risultato che comunque ha premiato gli sforzi degli ospiti, che in quell’occasione hanno creato anche loro 6 pericoli più o meno nitidi tra le parti di Barbagallo.

Athletic Club Palermo unica “eccezione”

Se da una parte, l’apoteosi del calcio di Mirto si è vista nel match vinto contro l’Athletic Club Palermo, dall’altra, è stato a Caltanissetta dove si è pesata la forza mentale di una squadra, capace di andare in casa della capolista indiscussa del torneo a imporre per buoni tratti il suo calcio, soprattutto nella ripresa. Detto questo, la Nissa come il Geraci hanno avuto circa 5 occasioni da gol a testa, affrontandosi senza veli né corazze sul manto erboso del “Tomaselli”. Dando vita davvero ad un bel pomeriggio di calcio. A deciderla sono state le reti di Barrera ed Esposito (eurogol), utile solo per le statistiche quella di Rudonja di testa. Un ko per 2-1 che comunque non ha ridimensionato la voglia di fare calcio propositivo della compagine granata, capace di calare un poker di spessore a Corsino e company una settimana dopo.

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A Geraci l’Athletic Palermo ha creato tanto, compreso il gol di Mercanti per il momentaneo pareggio. Ma il Geraci visto quel giorno, autorevole e incisivo nella manovra, sarebbe stato difficile da domare, probabilmente, per tutte. 13 occasioni da gol, 4 reti e un Fernandes show da subentrato con una doppietta. Grande azione anche quella del primo gol, dove Bonamaison ha battuto l’estremo difensore avversario. Poi però a Castellammare i blaugrana sono tornati sulla terra. Tenendo conto anche di questa gara persa per 2-0, il Geraci ha prodotto circa 45 occasioni da gol in 7 gare, a fronte di 7 gol. Un dato oggettivamente preoccupante

Sconfitta sconfortante a Castellammare e dichiarazioni di Mirto nel post gara

Difficile analizzare la performance di una squadra che al “Giorgio Matranga” non è mai stata tale. Un Geraci insufficiente che ha mancato inopinatamente visita nell’appuntamento più importante di questo primo scorcio di stagione. L’incrocio salvezza con il Castellammare costituiva una tappa fondamentale. Una sfida che avrebbe dovuto finalmente portare in dote punti pesanti, utili alla causa, soprattutto dopo quelli contro l’Athletic Club Palermo. Al fine di dare senso al coro di elogi, meritati, collezionati al cospetto di avversari ben più quotati. Nulla di tutto ciò.

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Molle, abulico, macchinoso, terribilmente piatto (soprattutto nella ripresa). Un Geraci irriconoscibile, che ha toppato in modo sconcertante una delicata sfida contro una diretta concorrente. Un tonfo trasversale e senza appello. Sul piano mentale, atletico e tattico, che comunque aveva visto creare qualche palla gol che poteva risolvere la disputa, ma la prova resta nettamente negativa. Infatti, il tecnico Gaetano Mirto nel post gara, ai nostri microfoni ha parlato così: Con il Castellammare non è stata una partita. Abbiamo perso meritatamente. Nel primo tempo abbiamo sbagliato tre gol semplicissimi e abbiamo preso gol nell’unico tiro in porta subito. Nel secondo tempo non abbiamo nemmeno reagito, siamo stati sottotono sotto tutti i punti di vista. La sconfitta è stata super-meritata”.

Prossime sfide e prospettive salvezza del Geraci

Premettendo che in questa categoria non esistono match semplici, il Geraci nelle prossime partite avrà nettamente davanti sé un calendario più lieve, sotto molti punti di vista, rispetto a quello iniziale. Fulgatore, Castelvetrano, Castelbuono, Mazara, Aspra, Marineo e Casteldaccia sono tutte dirette concorrenti alla salvezza. Quindi, le ghiotte opportunità per tirarsi fuori dal penultimo posto ci sono e ci saranno almeno fino a dicembre.

Mirto, dal canto suo dovrà rivisitare la prestazione di Castellammare. Conscio che, scemando la ferocia agonistica e motivazionale, possono pericolosamente riemergere limiti ed imperfezioni strutturali, fin qui magnificamente celati da applicazione corale ed automatismi collettivi. Non bisogna smarrire l’identità tattica e mentale brillantemente costruita fin qui. L’indole propositiva, l’aggressività, il coraggio. Lo spirito incisivo e gladiatorio. Bisogna provare ad essere squadra ed a recitare il proprio spartito. Sempre e comunque da vero Geraci.

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