Dopo il danno dato dalla vittoria persa in extremis, per il Catania c’è la beffa data da nuovi infortuni che complicano ulteriormenti i piani. Il pareggio rimediato nella partita di ieri sul campo del Monterosi ha reso nuovamente lunghi i musi in casa rossazzurra. Non solo a livello squadra, in quanto è sfumata a 90′ scaduto una vittoria che andava gestita e difesa decisamente meglio. La piazza continua a mugugnare per un inizio di stagione da dimenticare, soprattutto in base a quelli che erano stati i proclami fatti in estate. Nessuno ha parlato di vittoria del campionato, questo va detto. Al tempo stesso, però, nessuno si aspettava una partenza così anonima e ricca di risultati deludenti. E se a questo si aggiunge anche la questione infortuni – variabile che non si può escludere a priori – il conto dopo le prime 10 giornate di Serie C Girone C diventa ancor più salato.
Catania, infortuni: si aggiungono Di Carmine e Marsura
Nei 90 minuti contro il Monterosi gli etnei hanno infatti perso Davide Marsura e soprattutto Samuel Di Carmine. Se l’ex esterno offensivo del Pisa fin qui non ha dato seguito con i fatti in campo ai proclami fatti dopo il suo arrivo ai piedi dell’Etna, il centravanti è già diventato cruciale per il destino della sua nuova squadra. Va infatti considerato che 5 degli 8 gol realizzati dal Catania in campionato portano la firma dell’ex Perugia. Stando alle parole pronunciate dello stesso Tabbiani nell’intervista post-partita, l’infortunio di Di Carmine sembra essere il più grave tra i due emersi nel tardo pomeriggio di Teramo. Non solo per l’economia che il numero 10 riveste nel gioco e nelle statistiche di squadra, ma per una questione di durata del suo stop.
Guardando in un’ottica un po’ più generale, però, in poco più di 50 minuti Tabbiani ha perso 2/3 del suo attacco titolare per problemi fisici. Questo pone il Catania in una condizione di emergenza numerica per le prossime partite, con 5 gare previste nelle prossime 2 settimane. E considerando anche gli altri giocatori attualmente costretti ai box per i rispettivi infortuni, questo tour de force si rende ancor più complicato. Ma l’analisi va fatta a più ampio raggio, considerando proprio l’annoso problema degli infortuni di casa Catania, che si ripete praticamente dall’inizio del ritiro.
Dal ritiro a oggi: l’analisi del problema
Si aprono quindi degli interrogativi sulla preparazione atletica dei rossazzurri, con gli infortuni che cominciano a essere veramente tanti. Anche in questo caso Tabbiani ha difeso il suo staff, dando la “colpa” alla diversa preparazione fatta dai suoi ragazzi in base al loro arrivo. C’è dunque da chiedersi se il mercato estivo sia stato fatto in armonia con l’allenatore. La politica del club ha previsto una campagna acquisti dilatata nel tempo, con trattative lunghe anche settimane. Se ciò ha permesso l’arrivo in rosa di alcuni top per la categoria, dall’altro lato ha creato scompensi a livello di preparazione tra chi è arrivato prima e chi dopo. Ed è assolutamente comprensibile che in un periodo così logorante per gli impegni ravvicinati sia più probabile incorrere in problemi fisici per chi gioca ogni 3 giorni.
I numeri parlano chiaro. Da inizio stagione il Catania ha dovuto fare a meno di diversi uomini chiave per gli infortuni, ed altri sono entrati in condizione parecchio in ritardo. Il rapporto tra infortuni muscolari e quelli di natura traumatica è infatti decisamente a favore dei primi. Al momento solo la difesa si è salvata da questa ecatombe che ha dimezzato la rosa a disposizione. Il solo Rapisarda, infatti, è mancato negli ultimi 2 mesi per un infortunio grave. Lo stesso Quaini di recente ha poi avuto qualche fastidio muscolare e ieri era infatti solo in panchina, ma non è stato rischiato dal tecnico per sua stessa ammissione.
Lo stop di Livieri e i problemi in attacco
In porta Livieri è out già da un pezzo, anche se Bethers non ne sta facendo sentire la mancanza. A centrocampo proprio in queste ultime giornate i rossazzurri sono cortissimi, se pensiamo che col Monterosi erano out Rocca, Deli e Zanellato, tutti per problemi muscolari. Il primo è arrivato a fine luglio, Deli i primi di settembre e Zanellato alla fine dello stesso mese. Preparazioni diverse, carichi di lavoro sostenuti diversi, eppure tutti out. La loro indisponibilità sta costringendo gli altri a un super lavoro. Su tutti Zammarini, sempre tra i più positivi ma che non ha praticamente sostituti che possano farlo rifiatare, col rischio di ulteriori infortuni.
Davanti la situazione è analoga, con Chiricó costretto a giocare sempre, come Di Carmine. L’anagrafe non è benevola per nessuno dei due (32 e 35 anni), e giocando ogni 3 giorni si rischia di perderli com’è successo ieri col bomber. Anche in questo caso le alternative nel ruolo sono poche. Lo stesso Sarao ha avuto qualche fastidio, De Luca viene spesso tenuto fuori tra problemi fisici e non. Infine Dubickas non si è rivelato ancora all’altezza, con l’alibi parziale del suo arrivo a ritiro praticamente concluso. Rosa corta, preparazione non sufficiente per tutti, impegni ravvicinati: tre indizi fanno certamente una prova.
…e domenica arriva l’Avellino
Domenica arriva l’Avellino al Massimino. Quella irpina è squadra lanciatissima dopo l’arrivo di Michele Pazienza in panchina. Al cospetto della seconda forza del campionato e con una situazione così grave a livello infortuni, il Catania rischia un altro pomeriggio di passione. Al netto delle possibili colpe della guida tecnica, è innegabile si sia sbagliato qualcosa anche nella costruzione di una squadra che partiva con certi obiettivi. Ora più che mai sembra necessaria una sterzata della società, che deve farsi sentire per smuovere l’ambiente. Il tempo per recuperare è sempre meno, e se si vuole salvare la stagione qualcosa dovrà cambiare da subito.
