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Catania, modulo nuovo e ritorno alla vittoria: Tabbiani pensa alle due punte

Il Catania è tornato alla vittoria ieri davanti al suo pubblico, con l’1-0 finale del Massimino contro il Taranto di Ezio Capuano. A decidere il match, che dà un po’ di respiro a Tabbiani e ai suoi, è stato Di Carmine al 66esimo. Il suo centro è arrivato a metà secondo tempo, dopo una fase di gioco in cui il Catania ha attaccato con grande convinzione. Questa vittoria, oltre a 3 punti fondamentali, lascia una squadra che è stata capace di portare a casa una partita ostica contro una squadra difficile. Tabbiani in questo senso ci ha messo del suo anche dal punto di vista tattico, testando soluzioni diverse che sono risultate efficaci soprattutto nel secondo tempo. Andiamo a dare uno sguardo a come si è schierato ieri il suo Catania, con modulo e istruzioni nuove.

Catania, la novità nel modulo e l’attacco delle fasce

Nella prima frazione di gara il Catania ha faticato di più, trovando pochi spazi contro la grande organizzazione difensiva degli uomini di Capuano. Questo però è servito, come da parole dello stesso Tabbiani, a stancare gli avversari rendendoli meno puntuali nelle chiusure al secondo tempo. Il suo Catania in fase difensiva ha proposto un 4-4-2, modulo molto compatto e ordinato, con Chiricó e Marsura ad arretrare come esterni sulla linea dei centrocampisti. Schema di gioco che in transizione positiva cambiava in maniera camaleontica, trasformandosi in un 3-4-2-1. Modulo in cui Castellini e Mazzotta restavano dietro con Curado, e Bouah si sganciava sulla linea di centrocampo a destra. Bocic e Chiricó trequartisti alle spalle di Di Carmine, col bomber che infatti ha ricevuto più palloni giocabili del solito.

Questa disposizione ha permesso al Catania di attaccare con diversi uomini sulle fasce, con Chiricó e Bocic che per caratteristiche tendevano ad allargarsi, supportati costantemente da Bouah e Marsura con continue sovrapposizioni. Nel momento di massimo sforzo offensivo si è vista poi addirittura una terza sovrapposizione sulle fasce. I vari Mazzotta e Castellini, infatti, son saliti spesso per andare al cross, tanto che già prima del gol lo stesso Di Carmine aveva avuto una grande chance su una bella palla in mezzo dello stesso Mazzotta. Il gol è però arrivato dall’altra fascia, con Castellini protagonista.

L’azione del gol e l’efficacia della fase difensiva

Il solito Chiricó ha attirato a sé due uomini, lasciando la fascia libera al difensore, salito per l’occasione. Bouah in questa azione si trovava addirittura in area di rigore, avendo già completato la sua di sovrapposizione. Il resto è storia, col cross in mezzo di Castellini, la spizzata di Marsura e il facile appoggio in rete di Di Carmine da pochi metri. L’abito tattico del Catania, per quanto nel primo tempo sia stato ben arginato dalla difesa ospite, ha mostrato le sue potenzialità. Modulo molto dispendioso per gli avversari, ha fatto sì che nel secondo tempo il Taranto fosse più largo e schiacciato all’indietro.

Dal punto di vista difensivo i rossazzurri hanno poi subìto abbastanza poco, con gli ospiti che hanno provato a giocare di rimessa. Di questo va dato merito ai centrocampisti, spesso bravi ad arginare il gioco centrale. In fascia poi grande prova di sacrificio di Bouah e Marsura, bravi sia ad attaccare che a difendere. Tabbiani ha fatto capire di poter replicare questa disposizione tattica in futuro, in relazione all’avversario magari. Nonostante un gioco per buoni tratti di match ancora lento e poco incisivo, il Catania col forcing del secondo tempo ha meritato il vantaggio e la vittoria finale. Nelle prossime gare vedremo se la strada da intraprendere sarà questa o se Tabbiani tornerà al suo modulo, il tanto caro 4-3-3. Il periodo che attende i rossazzurri è pieno di impegni, ma la vittoria di ieri dà morale e può costituire un nuovo punto di partenza.

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