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Catania, esonero di Tabbiani chiesto a gran voce dai tifosi: il club prende tempo

I tifosi del Catania chiedono a gran voce l’esonero di Tabbiani. La sconfitta esterna contro la capolista Juve Stabia suona come un pericoloso campanello d’allarme per il club etneo, finora poco convincente. La squadra continua a non avere una chiara identità di gioco, come dimostrano le prestazioni altalenanti, che si rispecchiano negli 8 punti conquistati in 7 gare. È inevitabile che siano necessarie delle riflessioni da parte della società sullo stato attuale del cammino in Serie C e sulla guida tecnica decisa in estate, anche se Ross Pelligra per il momento sembra volere prendere tempo.

La piazza intanto comincia a mormorare, illusa da una campagna acquisti importante e dalle parole di una dirigenza che pensava a un inizio di stagione decisamente diverso. È così che sui social network, sulle pagine della società e non solo, inizia ad apparire l’hashtag #TabbianiOut con preoccupante frequenza. La dirigenza fino a ora ha sempre confermato la totale fiducia al tecnico ex Fiorenzuola, ma l’impressione è che qualcosa potrebbe cambiare se dovesse arrivare un altro risultato negativo contro il Taranto. Non un ultimatum, ma un punto cardine nel percorso.

Catania, i tifosi vogliono l’esonero di Tabbiani: la dirigenza riflette

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Il pubblico di Catania non aspetta, e viste le premesse estive (con l’obiettivo dichiarato che è sempre stato la promozione in Serie B), i punti conquistati sono veramente pochi. Il primo posto della classifica di Serie C, l’unico che assicura il salto diretto di categoria, è distante già 10 punti. Il problema non è tuttavia soltanto statistico. Agli etnei manca un’identità, nonostante i numerosi nomi in rosa.

I tifosi, da parte loro, cominciano a rumoreggiare e nelle partite in casa si sente già più di qualche fischio. Non è semplice giocare a Catania, lo sapeva Tabbiani e lo sapevano i giocatori. In questo senso nelle prossime gare si vedrà la pasta dei rossazzurri, già a partire da domenica. Un ambiente come quello del Massimino può caricare e portare alla rivalsa, ma anche affossare se le cose non dovessero andare bene nemmeno contro il Taranto.

Tabbiani si è detto più volte sicuro della sua posizione e con la società che lo supporta alle spalle, allontanando lo spettro dell’esonero. Questo dovrebbe permettergli di lavorare bene in settimana per preparare il match di domenica, che può già essere decisivo per lui e per le sorti del Catania stesso. In un campionato in cui già alla seconda giornata sono arrivati addii importanti – il caso di Rastelli ad Avellino è emblematico – non è da escludere che anche la società di Ross Pelligra possa aprire uno spunto di riflessione.

Da quanto emerge dall’ambiente, insomma, è che la fiducia nella guida tecnica sia confermata ma a tempo determinato. Non è chiaro quando sia fissata la end line, ma già la partita col Taranto potrebbe essere determinante. Sta a Tabbiani e ai suoi ragazzi dimostrare di saper lavorare bene nelle difficoltà e sapersi rialzare. Soprattutto, mantenendo l’ambiente unito: per il tecnico rossazzurro la chiave per rimanere saldo sulla panchina è tenersi stretta la fiducia dei suoi giocatori.

Catania, i punti su cui Tabbiani dovrà lavorare per evitare l’esonero

È per questo motivo che ci sono molti aspetti su cui lavorare: dalla difficoltà nel cogliere i singoli episodi e riuscire a convertirli in gol – cosa non scontata per una squadra che solitamente crea tanto e concretizza poco – alla rotazione della rosa, che finora è apparsa piuttosto corta. Le cose che non stanno andando sono più di una, e urge un cambio di rotta per puntare agli obiettivi fissati ad inizio stagione prima che il gap con l’alta classifica diventi troppo ampio.

Produzione offensiva

Uno dei problemi di questo Catania è la produzione offensiva e la conversione delle occasioni in gol. Va detto che però anche in questo senso le ultime uscite hanno registrato un’involuzione rispetto alle prime gare. Se nelle sconfitte contro Crotone e Foggia la squadra aveva infatti creato tanto, contro Latina e soprattutto Juve Stabia le occasioni sono state meno.

La prima conclusione in porta contro le Vespe è arrivata a metà secondo tempo, con un tiro del solito Chiricó ben respinto da Thiam. La seconda (e ultima) con Dubickas nel finale. Al netto della bravura degli avversari nella fase difensiva, con 0 gol subiti in casa e appena 2 totali in 8 gare, è innegabile che qualcosa stia mancando.

In 7 partite di campionato il Catania ha realizzato 7 gol, 6 dei quali arrivati però in due singoli incontri (Picerno e Casertana). Altro dato che può far riflettere è quello dei marcatori: i 7 gol son tutti firmati dalla coppia Chiricó/Di Carmine, col resto della rosa a secco fino a ora.

Gioco poco brillante

A questo si collega l’aspetto del gioco poco brillante mostrato fino ad ora dai rossazzurri. Tabbiani è stato scelto per proporre un gioco spumeggiante, imporre la propria identità in ogni partita e aggredire l’avversario. Tutte cose che si sono viste poco al momento.

Soprattutto nelle ultime uscite il Catania è infatti apparso prevedibile, con un giro palla lento, spesso orizzontale o addirittura all’indietro, e affidato quasi sempre all’estro di Chiricó dalla trequarti in avanti. Mancano i gol dei centrocampisti, mancano i gol su palla inattiva, manca un po’ di imprevedibilità contro squadre che si difendono compatte come la Juve Stabia di ieri.

Contro i campani il mister rossazzurro ha anche proposto qualcosa di diverso, provando a mescolare le carte variando i moduli. Prima con due punte e Chiricó alle spalle, poi con 4 attaccanti in campo nell’arrembaggio finale. Il risultato è stato grande confusione, e una sola limpida palla gol prodotta.

È chiaro che Tabbiani abbia delle attenuanti tra infortuni, ricambi spesso non all’altezza dei titolari, e fisiologico periodo di adattamento alla nuova realtà, per lui che è alla prima panchina “pesante” in carriera. Il campionato di Serie C però non aspetta il Catania e se si vuole recuperare la stagione il cambio passo è necessario sin da subito.

Rosa corta

L’organico a disposizione del tecnico è stato sempre spuntato fino a ora, tra infortuni di lungo corso e squalifiche. La rosa, negli 11 iniziali, è competitiva per la categoria ma le seconde linee soprattutto in avanti non stanno rendendo come previsto. Nel fisiologico calo fisico di Chiricó e Di Carmine si può anche leggere l’impossibilità di sostituirli, non avendo adeguati ricambi.

Tra Chiarella sempre ai box fino a ora, Bocic squalificato, De Luca e Dubickas spesso alle prese con problemi fisici si nota come davanti debbano giocare sempre gli stessi. Il periodo che sta per iniziare è pesante dal punto di vista fisico, con 7 partite in 20 giorni. Qualcuno dovrebbe rientrare in quella zona di campo, offrendo più soluzioni a Tabbiani e un po’ di riposo ai titolari, con tutte le incognite del caso.

Guardando poi agli altri reparti, Ladinetti non è ancora il regista che serve a questa squadra, con un modo di interpretare le partite spesso troppo compassato e con poca verticalità. In un match ad alta intensità come quello di ieri, infatti, il play scuola Cagliari è rimasto fuori per tutti i 90 minuti. Sul fronte difensivo c’è poi Curado, arrivato in estate con grandi aspettative ma che sta deludendo al momento.

È da capire insomma come il club etneo si muoverà per risolvere questi problemi. Se il principale deficit è dettato dalla rosa corta, il calciomercato di gennaio potrebbe essere decisivo per il Catania. Viceversa, l’esonero di Tabbiani ad un certo punto della stagione diventerà inevitabile, al di là di ogni rinvio.

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