Roberto Pirrello e la Sicilia hanno un rapporto speciale, che va oltre le origini alcamesi. Il difensore classe 1996 infatti ha vestito le maglie di Palermo (dalle giovanili fino al 2019), Siracusa (in prestito nella stagione 2016-17) e Trapani. Dopo quella del 2020, con il ritorno di quest’estate, le parentesi ai granata diventano due. Ognuna di queste piazze è rimasta nel cuore del giocatore, che in esclusiva ai microfoni di Sporticily ha ripercorso la sua carriera “isolana”, in attesa di vivere nuove emozioni nella prossima annata alla corte di Salvatore Aronica.
Pirrello e la prima esperienza a Trapani
La prima parentesi a Trapani è sicuramente quella che maggiormente ha arricchito il bagaglio personale di Roberto Pirrello. “Accettai una vera e propria sfida. La squadra era ultima in classifica a 7-8 punti di distanza dal Livorno penultimo. La salvezza diretta sembrava impossibile. Gli unici a crederci eravamo noi e i tifosi che venivano allo stadio. Neanche la società probabilmente ci credeva”. In totale in quel girone di ritorno di Serie B collezionò 13 presenze. “Abbiamo compiuto un’impresa straordinaria poi macchiata da aspetti extra-sportivi che non ci riguardavano. Noi il nostro sul campo l’abbiamo fatto, è stato sportivamente un miracolo”.
La rosa era corta, ma ricca di nomi di calciatori, allora giovanissimi, che successivamente hanno raggiunto i vertici del calcio italiano. È il caso, tra gli altri, di Marco Carnesecchi, Alessandro Buongiorno, Andrea Colpani, M’Bala Nzola e Jonathan Biabiany. “Con qualcuno di loro ci ho giocato contro, quando sono tornato ad Empoli e ho vinto il campionato. A gennaio 2020, a Trapani, eravamo solo in 13, ma c’erano dei gran giocatori e soprattutto dei bravi ragazzi, che hanno creato subito gruppo. È stata quella la chiave per conquistare la salvezza: la forza del gruppo. Adesso c’è chi gioca in Serie A e chi in Serie B, ma quell’anno nessuno di loro era conosciuto e il gruppo ha avuto la meglio sui singoli”.
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Gli inizi a Palermo
Tra i ricordi più lontani, ma sempre vividi, inoltre, ci sono quelli in rosanero. “Palermo è stata casa come lo è Trapani, mi ha accolto dal settore giovanile fino alla prima squadra, dove ho vissuto anni bellissimi”. Tra i momenti da incorniciare il gol in casa del Pescara il 4 aprile 2019, che non bastò però ad evitare ai siciliani la sconfitta.
Quell’anno di Serie B, al di là dei risultati sul campo, terminò nel peggiore dei modi. “Anche in quel caso ho vissuto il fallimento, che ha messo fine all’era Zamparini. Eravamo secondi, pronti a vincere il campionato, purtroppo è andata diversamente”, ha ricordato con amarezza Roberto Pirrello.
L’esperienza di Pirrello al Siracusa
Infine, l’esperienza a Siracusa, nella stagione 2016-17 di Serie C, proprio in prestito dal Palermo, che ha rappresentato un trampolino di lancio. In totale 30 presenze e un gol collezionati. “È stata la mia prima esperienza dopo la Primavera e lì ho conosciuto il mister Andrea Sottil (che avrebbe poi ritrovato a Livorno l’anno successivo, ndr). Ho ricordi positivi del mio anno d’esordio tra i grandi. Siracusa è una piazza molto calda. È una città che merita, anche se dall’altro versante rispetto a quello in cui sono nato, per cui la conosco meno.
