In una giornata importante per Palermo, Dario Mirri ha voluto far uscire la sua voce. Una voce ancora rotta dall’emozione per l’incredibile notte di sabato e la partita contro l’Entella: “I ragazzi sono emozionati, in questo momento hanno vissuto un’esperienza straordinaria che chissà, potremo ripetere domenica. Un po’ di follia ci vuole, bisogna avere dei sogni e posso raccontare ai ragazzi la mia esperienza. Avere dei sogni, volerli fortemente e con un po’ di follia si possono realizzare. Riportare il Palermo nel professionismo sembrava un’impresa impossibile, ma pian piano ci si convince di costruire e di lasciare qualcosa alla città. Sogni che non hanno tempo”.
Il presidente della formazione rosanero è tornato proprio sulla decisione di allestire, tre anni fa, questa nuova società. Una decisione presa con grande raziocinio ma soprattutto per amore della città e dei suoi concittadini: “Io amo dire che il Palermo è tutto fuorchè una banale impresa di calcio. Se si riducesse solo a questo, non credo che avrei compiuto il mio desiderio. Vorrei che il Palermo sia uno strumento di dignità per la città, credo che i tifosi in queste ultime due partite abbiamo seguito la squadra con dignità e in maniera straordinaria”.
Palermo, il 23 maggio 1992 di Dario Mirri
Mirri ha voluto fornire la propria testimonianza di quel 23 maggio 1992, in cui persero la vita in un attentato il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Un ricordo, neanche a dirlo, legato al calcio e al Palermo: “Anch’io 30 anni fa c’ero e collega con quel che sono diventato oggi. Stavo andando a seguire il Palermo ad Avellino, era un sabato e ci si giocava la salvezza. Ricordo che in nave non c’erano cellulari, non avevamo collegamenti e quando siamo saliti sulla nave ci era arrivata la notizia. Ricordo che durante la notte attendevamo notizie, non c’era modo di sapere finchè non si arrivava a Napoli. Fu una giornata drammatica e buia. Il Palermo oggi vuole rappresentare la parte della città che si rialza”.
La chiusura dell’intervento del presidente del Palermo Dario Mirri è legato a questioni economiche e imprenditoriali. In quanto capo di un’azienda, anche lui ha subìto le difficoltà causate dallo scoppio della pandemia: “Abbiamo resistito, tutti gli imprenditori e i lavoratori erano preoccupati in questi due anni difficili. Il fatto di esserci ci consente di guardare avanti e al presente con un grande obiettivo, che è il futuro soprattutto dei giovani”.