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Palermo, D’Angieri si espone: “Per investire serve lo stadio, ma se spunta Mansour…”

Il Palermo nelle mani del dottor Nunzio Alfredo D’Angieri? Una ipotesi che non può essere esclusa. Soprattutto dopo la nuova dichiarazione d’intenti da parte del miliardario originario proprio della Sicilia. Il noto uomo d’affari che ha portato le sue proprietà fuori dall’Italia ha svelato ancora una volta il proprio interesse nell’investire sul club di viale del Fante. Al netto però di alcune precisazioni che si è sentito di dover fare.

In prima battuta, come si legge questa mattina sul Giornale di Sicilia, D’Angieri ha fatto capire che è necessario far rientrare la presenza di uno stadio di proprietà nell’affare. E svela anche di aver incontrato Dario Mirri: “Il dottor Mirri, un uomo di una signorilità straordinaria, mi espresso la volontà di cedermi il club. Ci siamo incontrati due settimane fa a Milano, alla pasticceria Cova, ma a me l’operazione può interessare solo se dentro c’è lo stadio. Perchè altrimenti una squadra di calcio non si può finanziare, deve essere un centro di attrazione”.

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Palermo a D’Angieri, ma se c’è il City Football Group…

D’Angieri ha parlato anche del suo grande volume di affari. Un volume che però potrebbe non bastare se il City Football Group dovesse confermare la propria intenzione di investire sul Palermo: “Investire in Italia oggi non è semplice. Noi abbiamo un fondo di famiglia, dentro sono entrati altri fondi importanti, in Belize e in Delaware. Se poi si è interessato Mansour del City Group, credo che lui sappia fare calcio meglio di me. Il club è molto interessante perchè apparentemente non ha debiti, ma al momento ho detto a Mirri di aspettare. Avevo parlato con Braida per darmi una mano, eventualmente, ma se arriva Mansour bisogna pur riconoscere i propri limiti… Se non succede nulla, vedremo”.

Oltre a parlare del Palermo D’Angieri ha anche svelato qualche dettaglio su quelle che sono le sue origini. I forti legami con la famiglia ma anche con posti esotici come il Belize, che ne hanno caratterizzato la crescita come uomo. Oltre ad amicizie importanti, come quella con l’Avvocato Gianni Agnelli: “Mio nonno è emigrato a Palermo da Torino e ha sposato una donna ebrea, da lì è dovuto scappare nel 1942. Ho ancora le sue valigie di quando è scappato. Chi diede i passaporti a mia nonna fu il braccio destro di Gianni Agnelli, di cui sono stato molto amico. È andato negli Usa e poi in Belize, noi veniamo proprio da lì”.

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