Ennesimo boccone amaro da mandare giù per i tifosi del Catania, che nell’angusto impianto dell’Audace Cerignola hanno dovuto sopportare un’altra prestazione indecorosa dei propri beniamini. I rossazzurri, guidati dall’incolpevole Michele Zeoli, nonostante un irresoluto tentativo di combinare qualcosa nella prima frazione, sono letteralmente scomparsi dal terreno di gioco nella ripresa, palesando una condizione atletica e psicologica a dir poco tragica. L’arrivo di Cristiano Lucarelli a Catania rappresenterà la soluzione al problema, almeno quello relativo al campo?
La percezione è che alcuni calciatori rossazzurri presentino una forma fisica non del tutto confacente con quelli che sono gli standard della categoria. Molti appaiono appesantiti e decisamente fuori ritmo, con una condizione non gestita al meglio che poi si tramuta in performance imbarazzanti all’interno del rettangolo di gioco. Al di là delle indicazioni di chi siede in panchina. È opportuno asserire tuttavia che le colpe di questa ulteriore disfatta, come di quelle precedenti, non vanno addebitate completamente al parco giocatori. Né tantomeno all’ormai ex allenatore Luca Tabbiani. Dietro c’è molto di più.
Catania, l’esonero di Tabbiani e Lucarelli nuovo allenatore: società in slow-motion
Dall’esonero di Luca Tabbiani, ne è passato di tempo. La società non si è fatta trovare esattamente pronta per porre un rimedio. Si potrebbe andare indietro nel tempo e spulciare tutti gli annali del calcio, ma si farebbe un’immane fatica a scovare una società che, dal licenziamento del proprio allenatore, impiega oltre una settimana per ricorrere alla sua sostituzione.
Una pronta risposta alla scelta di sollevare dall’incarico l’ex tecnico genovese poteva rappresentare per la società un modo per dimostrare all’intera piazza di aver capito l’enorme abbaglio preso durante l’estate e di voler immediatamente rimediare al pastrocchio creato. In special modo per Vincenzo Grella, primo responsabile di questo disastro.
La strada intrapresa, invece, è stata un’altra, improntata sull’intenzione di poter usufruire di un black friday anticipato nella scelta della conduzione tecnica. Dopo una conferenza stampa per nulla chiarificatrice sul momento della squadra e della società, il vicepresidente ha svolto svariati viaggi ed incontri con i vari pretendenti, come se si ci trovasse in una fase di preparazione alla stagione successiva.
Nel frattempo, la squadra conduceva la settimana di lavoro orientata alla disputa della partita di campionato a Cerignola in un contesto caotico e surreale. Alla sua guida un allenatore chiamato a spronare un gruppo di tesserati spaesati, nel mezzo di un marasma collettivo creato da un complesso dirigenziale rivelatosi inesperto e non avvezzo ad affrontare situazioni emergenziali come quella che si è perpetrata nel bunker ragalnese.
Il tutto coi giocatori lontani da stampa e soprattutto tifosi. Questi ultimi gli unici che avrebbero potuto dare la giusta carica ad un gruppo di calciatori che, dinanzi alle malefatte di questa società, si è sciolto come neve al sole.
Lucarelli a Catania non può essere l’unico salvatore della patria
Per quel che concerne la scelta del nuovo allenatore del Catania, la percezione avuta è quella che i vertici dirigenziali etnei abbiano ad un certo punto voluto rispettare proprio la volontà della piazza. Quella di riportare ai piedi dell’Etna Cristiano Lucarelli. Onde evitare ulteriori rivolte, specialmente in vista del prossimo impegno casalingo.
L’arrivo di Cristiano Lucarelli sulla panchina del Catania in tal senso potrebbe sì rappresentare un punto di svolta, specialmente su un piano mentale. È necessario sottolineare però come questa mossa non basti da sola a tappare le falle di un’intera gestione societaria che, terminato il dilettantistico campionato di Serie D, ha iniziato a manifestare le prime lacune.
La dirigenza, per dimostrare di voler trasformare in fatti le tante parole spalmate nei precedenti mesi, dovrà ora compiere due interventi cruciali. In primis la nomina di un direttore sportivo competente e preparato all’incarico, poi un calciomercato invernale incisivo e senza badare a spese.
Catania, il nodo ds e il calciomercato
A seguito della vicenda legata ad Antonello Laneri, la scelta del nuovo ds del Catania in particolare non potrà ricadere su uno yes man qualunque. Il club ha ora bisogno di un professionista esperto e capace di definire i ruoli, nonché di imporre il suo modus operandi. Al di là di quelli che sono le intenzioni del vicepresidente.
Cercare un profilo esperto significa anche agire in modo certosino a livello di mercato, tanto per le uscite quanto per le entrate. Per quanto riguarda i giocatori da non confermare, bisognerà fare un’accurata riflessione. Soprattutto sul rendimento inconcludente di alcuni tesserati che sono arrivati qui in Sicilia sotto i migliori auspici, ma che hanno disatteso in toto le aspettative. Il riferimento va sicuramente a Mazzotta e Marsura, ma anche ad alcuni riconfermati come De Luca e Sarao. Anche se ogni valutazione spetterà al nuovo allenatore.
I nuovi innesti, da arruolare si auspica già agli inizi di gennaio e non al gong finale del mercato, dovranno inevitabilmente essere di caratura superiore se si vuole puntare a un obiettivo diverso da una salvezza tranquilla. Almeno uno/due per reparto e pronti a calarsi nella realtà catanese e, più in generale, del girone C di Serie C. Anche dal punto di vista mentale. Una piazza come Catania non può permettersi giocatori in difficoltà se sotto pressione.
In caso contrario, il solo e unico Cristiano Lucarelli non potrà cambiare le sorti del campionato del Catania. Il girone di ritorno rischierebbe di regalare altre brucianti sconfitte ed un piazzamento finale molto al di sotto dell’obiettivo minimo dichiarato da Vincenzo Grella, quel terzo posto ad oggi lontanissimo.
Una squadra e una piazza come Catania, in un campionato come la Serie C, non possono non essere protagonisti. Se le difficoltà emerse in queste prime settimane dovessero palesarsi ancora, ripensare al progetto iniziale potrebbe non essere un’idea peregrina. Occorrono grande voglia e tanta lungimiranza per avvicinarsi a categorie migliori.
A cura di Davide Villaggio
