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Palermo, da Corini a Mignani: nelle ultime 10 marcia da retrocessione, solo 2 club peggio

È davvero complicato definire lo stato d’animo dei tifosi del Palermo dopo l’ennesima sconfitta stagionale, patita stavolta in trasferta contro lo Spezia. La mestizia di alcuni si mischia alla rabbia di altri, che stavolta si è fatta manifesta nel duro confronto verbale del post-partita al Picco. E non basta la decisione dei rosanero di andare in ritiro, a pochi giorni dalla sfida con l’Ascoli, per cambiare la situazione nell’ambiente. Il manifesto dello stato di crisi dei siciliani è rappresentato fedelmente dalle ultime 10 partite di campionato. Un arco di tempo che va dalla sconfitta contro la Ternana, la prima dopo l’amaro pari contro la Cremonese, sino alla gara contro lo Spezia. Un periodo che si divide equamente nel segno di due allenatori: Eugenio Corini e Michele Mignani.

Palermo, rendimento disastroso nelle ultime 10 partite: il dato

Nel periodo di riferimento il Palermo ha giocato le ultime 5 partite della gestione Corini e le prime 5 di quella di Mignani. Ed è facile notare come, in termini di punti, la scossa alla squadra sperata non sia mai arrivata. I rosanero hanno ottenuto 1 vittoria e 4 sconfitte con l’ex capitano in panchina mentre l’attuale allenatore ha portato a casa 3 pareggi e 2 stop. Il totale è presto detto: sono arrivati appena 6 punti nelle ultime 10 gare, con 3 punti a testa portati dai due tecnici.

Il Palermo sarebbe al 18° posto di questa ideale classifica di rendimento. Davanti ai siciliani ci sono squadre come Modena e Cittadella (che, come i rosa, possono ancora sperare nei playoff), ma anche la Feralpisalò (coi gardesani con un piede in Serie C) e l’Ascoli, prossimo avversario dei rosa, in zona playout. Peggio dei siciliani hanno fatto solo Lecco e Bari, coi primi che sono già retrocessi e i secondi in crisi nera ormai da mesi. Forse, non a caso, i lombardi sono stati gli unici a cedere contro le Aquile in questo momento di difficoltà, regalando l’unica vittoria degli ultimi due mesi.

Palermo coperta corta: difesa e attacco senza equilibrio

È un rendimento disastroso che, però, va contestualizzato tenendo conto delle due gestioni tecniche, tra la fine dell’era Corini e l’inizio di quella di Mignani. Il dato più eclatante è certamente quello dei gol subiti (20). Di queste, ben 14 sono arrivate nelle ultime partite con il tecnico di Bagnolo Mella. Dal canto suo, l’altro ha provato con un nuovo assetto tattico ad arginare il problema, riuscendoci solo in parte. Non sono poche le 6 reti incassate in 5 incontri ufficiali con l’ex Bari alla guida. Inoltre, nelle ultime 10 partite solo 2 volte i siciliani hanno tenuto la propria porta inviolata: oltre che a Lecco, Mirko Pigliacelli non ha preso gol nello 0-0 contro il Parma neopromosso in Serie A.

Se Mignani da un lato ha cercato di dare sicurezze alla difesa, dall’altro non è riuscito a mantenere il trend offensivo della gestione Corini. Il Palermo ha sempre segnato tanto con il tecnico bresciano. Così, dei 12 gol messi a segno nelle ultime 10 partite, solo 4 sono state realizzate dall’arrivo del nuovo allenatore. A conferma che la squadra è palesemente una coperta corta. Se si cerca di valorizzare la fase offensiva, la difesa prende imbarcate (come capitato con Venezia, Brescia e Pisa); se si punta a rinforzare il reparto arretrato, quello avanzato stenta ad emergere. Il tutto nonostante la ritrovata vena realizzativa di Matteo Brunori (che ha segnato 6 gol in questo arco di tempo).

Le rimonte sono una costante, le sconfitte negli scontri diretti una spiacevole novità

Al netto di Corini e Mignani, altri due dati inchiodano il Palermo alle sue difficoltà: le continue rimonte subite e l’incapacità di fare punti con le big del torneo (elemento emerso proprio nelle ultime gare). I siciliani hanno perso un’enormità di punti da situazioni di vantaggio: 21 in tutto il campionato, 13 solo nelle ultime 10 gare, che di fatto hanno impedito ai rosanero di lottare per il vertice della classifica. Un obiettivo che era sembrato accessibile almeno fino al pari di Cremona, poi il blackout.

Va anche considerato il fatto che il Palermo non è più riuscito ad avere la meglio negli scontri diretti, vero punto di forza della gestione Corini. Gli stop già citati con Venezia, Brescia e Pisa a cui si aggiungono i pareggi con Sampdoria e Parma sono il segno più evidente di come la squadra non soffra più solamente gli avversari bravi a chiudersi. Ora, anche coloro che concedono spazio ai rosanero e se la giocano a viso aperto mettono in crisi questa formazione. Una pessima notizia in vista dei playoff, che i rosanero devono ancora ottenere matematicamente. Per Mignani c’è un Everest da scalare, e il tempo scorre inesorabile.

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