Luigi Stompo lancia l’allarme in casa Enna. Il presidente del club gialloverde, in un lungo post pubblicato sui canali ufficiali della società, ha fatto capire che non ci sono trattative in corso per la cessione. “Non ho ricevuto nessuna telefonata, né dalle autorità pubbliche cittadine, né da imprenditori locali. Il silenzio è totale”, dichiara.
Enna, l’allarme di Stompo
Ecco allora che Luigi Stompo fa sapere che il destino dell’Enna è appeso a un filo. Le prossime due settimane saranno decisive. È a forte rischio la presenza della squadra nel prossimo campionato di Serie D: “Se entro 15 giorni al massimo non riusciremo a cedere il testimone della conduzione della società, non iscriveremo la squadra al campionato di Serie D, quello stesso campionato conquistato due anni fa dopo 34 anni di attesa. La conseguenza sarebbe lo scioglimento della società”.
Si era parlato di un avvicinamento da parte del Cavaliere Angelo Di Martino, per la cessione dell’Enna. Tuttavia, in questo caso, i tempi rischiano di allungarsi: “Considerato che molti vociferavano di un interessamento di questo importantissimo gruppo imprenditoriale siciliano, che tante opere ha fatto per la nostra città, mi sono sentito in dovere di contattarli. Purtroppo mi hanno comunicato che al momento non è possibile fare incontri programmatici e potrebbero valutare soltanto più avanti, indicando tempi non compatibili con l’iscrizione al campionato e la programmazione della stagione”.
Stompo ha anche fatto capire che l’attuale proprietà dell’Enna non rimarrà al timone. Niente miracoli sportivi, com’è accaduto in passato: “Credo che molti pensino che, come in passato, riusciremo a inventarci una soluzione per far continuare il sogno. Ma questa volta – e voglio essere leale come lo sono sempre stato – la situazione è diversa. I miei impegni di lavoro mi impediscono di continuare e se non riusciamo a passare il testimone, il destino è purtroppo segnato”.
La soluzione per il futuro
Luigi Stompo ritiene di avere la soluzione per garantire un futuro al calcio a Enna. Il presidente parla di un gruppo di lavoro, e non di un solo proprietario: “La soluzione esiste ed è più semplice di quanto si possa immaginare. Penso a un modello di gestione condivisa, dove un gruppo di imprenditori locali potrebbero unire le forze, contribuendo ciascuno con una quota sostenibile. Non servono cifre astronomiche: distribuendo il peso economico su più soggetti, l’impegno individuale diventerebbe gestibile”.
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Si tratta di una struttura che si vede con sempre maggiore presenza nel calcio moderno. Stompo, per chiudere il suo intervento, si augura che ci si prenda cura della squadra dell’Enna. Un patrimonio della città che rischia di scomparire ancora una volta: “L’idea è quella di creare una struttura organizzativa moderna, con deleghe di funzioni ben definite, dove ogni socio potrebbe mettere a disposizione non solo risorse economiche, ma anche le proprie competenze specifiche. Questo modello permetterebbe di distribuire responsabilità e impegni, evitando che il peso ricada su poche persone. Inoltre, una gestione collegiale garantirebbe maggiore stabilità nel tempo e permetterebbe di pianificare il futuro con più serenità. Non dimentichiamo che l’Enna Calcio è un patrimonio della città”.