Vincenzo Minguzzi esce allo scoperto e svela le sue intenzioni per il Messina. Il noto dirigente è il prescelto dal gruppo Doadi srl in caso di acquisizione del club. Tuttavia, il direttore sportivo sa bene che bisogna ancora attendere: “Non conosco lo stato delle cose perché è una situazione che devono gestire i legali. Io mi occupo della parte sportiva e tecnica, ho dato la mia disponibilità, ma devono verificarsi alcune condizioni come il passaggio di consegne alla nuova società, che ancora non c’è stato”.
Minguzzi attende l’ok da Messina
Minguzzi ammette di non essere al corrente sullo stato delle trattative per la cessione del Messina. Al tempo stesso, però, rivela la sua speranza di approdare in riva allo Stretto: “Il mio lavoro mi porta a restare informato e avevo già ipotizzato alcune operazioni per partire e mettere la squadra in campo, ma ogni giorno che passa costringe a modificare lo scacchiere. Messina merita rispetto, è una grande società con una storia importante e una grande tifoseria. Mi piacerebbe ma, ripeto, ci devono essere le giuste condizioni”.
Si parla di quello che potrebbe diventare il nuovo allenatore del Messina in caso di cessione. Minguzzi in tal senso svela di aver dialogato con tre candidati. Tra questi non ci sarebbero Luigi Panarelli e Angelo Bognanni: “Avevo parlato con l’ex Brindisi Ciro Danucci, con Daniele Cinelli e Alfio Torrisi, ex Trapani. Con Panarelli non ci ho parlato e Bognanni non lo conosco personalmente. Sono bravi allenatori, ma con un -14 devo partire con una persona con cui ho già affinità professionale”.
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Contatti costanti con Peditto
Il grande problema del rilancio del Messina, secondo Minguzzi, è la totale assenza di un parco giocatori. La mancanza di un settore giovanile complica anche la ripartenza, almeno in attesa della composizionea della nuova rosa: “A Grosseto, dopo la retrocessione, il presidente voleva cedere, ma ci fu una fase di immobilismo. Lì c’era il settore giovanile e la prima partita di Coppa Italia la giocammo con la juniores, allestendo la squadra a settembre. A Messina, invece, non esiste nulla, ma i ritardi si possono colmare con una società solida, attiva e propositiva. L’obiettivo è essere credibili sul mercato e il tempo perso si può recuperare perché ci sono ancora tanti giocatori e anche gli esuberi dalla C”.
Infine Minguzzi pone l’accento su tutti i problemi che riguardano l’arrivo di nuovi giocatori a Messina. Non è facile convincerli ad accettare l’approdo in una squadra in cui, di fatto, manca tutto: “Sento tutti i giorni Peditto, ma i tempi si sono allungati. Tanti aspetti giocano a sfavore, come incertezza societaria, penalizzazione e mancanza di un ritiro, mentre per partire serve una struttura organizzata. Io mi guardo intorno, faccio il mio lavoro tecnico per organizzare staff e cercare giocatori sui quali puntare”.