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Palermo, Mirri: “Ho vinto mettendoci soldi e faccia. City Group felice se tifosi avranno passione”

Dario Mirri, presidente del Palermo, ha ripercorso il suo ultimo anno ai vertici del club di Viale del Fante in occasione della festa di Amici Rosanero, l’associazione che detiene le quote dell’azionariato popolare nella società. La stagione si è conclusa con la promozione in Serie B, ma non sempre è stato semplice. I risultati sul campo sono stati altalenanti, prima sotto la guida di Giacomo Filippi e poi sotto quella di Silvio Baldini. Poi la volata finale che ha portato verso il salto di categoria attraverso i play-off.

“Ho ancora in mente quanto i tifosi dicevano che la squadra e la società erano senza dignità. Io invece credo che questa sia proprio l’unica cosa che non abbiamo mai perso. Le partite si perdono, ma non la dignità. Come dice Baldini, conta il percorso. O come dice Zeman, la prestazione. Non sono aspetti casuali, mentre il risultato sì”, così Mirri ha ricordato i momenti meno belli di questa annata. E sul suo percorso personale: “Io ho fatto ciò che sognavo. Indipendentemente dalla promozione sarebbe stata una vittoria. Ho messo soldi, faccia e reputazione. A Palermo non è una cosa comune. Santa Rosalia e il destino ci hanno aiutati, ma noi abbiamo dato tutto”.

Mirri sulla cessione del Palermo a City Group

Oltre a ripercorrere la stagione sul campo del Palermo, il presidente Dario Mirri ha parlato anche di ciò che c’è stato in mezzo, nel dietro le quinte. La trattativa per la cessione dei rosanero a City Football Group, che tra pochi giorni diventerà ufficiale. Anche in questo caso, però, ci sono state delle ombre. “Quando parlavo con queste persone a marzo ero mortificato. Mi vergognavo”, ha ammesso. Il motivo è da ricondurre agli spalti del Renzo Barbera rimasti fin troppo spesso vuoti. “Non è facile raccontare a degli investitori che la quinta città d’Italia aveva solo 4 mila tifosi allo Stadio. Anche loro si chiedevano il perché”. Persino con i biglietti a 1 euro si è arrivati ad avere solo 9 mila tifosi, mentre ai play-off l’impianto era sold out.

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Da qui l’appello di Mirri alla piazza. “Noi tifosi dobbiamo fare i tifosi. Non è una questione di soldi, perché quelli non saranno più i miei e non ho interessi. All’interno di un club il prezzo del biglietto non sposta l’economia. È una questione di partecipazione. È un problema di cultura. Va incrementata la cultura della passione della nostra città”. Ciò secondo il presidente è indispensabile anche per il futuro. “Il City Group per come è arrivato può tranquillamente andarsene. Se ognuno di noi farà il proprio compito, invece, gli investitori saranno sempre felici di stare qui”. E conclude: “Io ho dato il mio contributo e sono soddisfatto. Ora tornerò a fare il tifoso”.

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