Quella del 18 febbraio è sempre una data speciale per gli amanti del calcio, sia italiano che internazionale. In questo giorno ha infatti avuto i natali uno dei più grandi giocatori della storia, a discapito di una sfortuna che si è spesso accanita contro di lui. Stiamo parlando di Roberto Baggio, che oggi spegne 55 candeline. Naturalmente colui il quale è diventato famoso con il soprannome di Divin Codino viene celebrato in tutto il mondo per le gesta che ci ha regalato in una carriera lunga e non priva di incidenti.
Ma c’è stato un passaggio della sua carriera che ha a che fare con la Sicilia. Purtroppo i campi più prestigiosi della nostra isola non hanno avuto l’onore di ospitarlo in gare di campionato. Ci siamo dovuti accontentare (si fa per dire) delle serate di gala in cui la Nazionale trascinata dal codino più famoso di sempre faceva tappa a Palermo o a Catania. Ma una delle gare che hanno segnato la carriera di Baggio si sono giocate proprio in Sicilia. Più per la precisione allo stadio “Dino Leotta” di Licata.
E c’è un’altra data, quella del 23 agosto 1989, che è rimasta scolpita anche nella mente dei testimoni oculari di un pomeriggio da ricordare.
Roberto Baggio e il gol capolavoro a Licata
Si gioca una partita valida per il primo turno di Coppa Italia. Di fronte ci sono il Licata, reduce da una cavalcata trionfale che aveva appena portato la squadra in Serie B per la prima volta nella storia, e la Fiorentina che presentava grandi talenti nel proprio organico. La più classica delle partite dal pronostico già scritto, visto il valore della squadra viola. In panchina c’era Bruno Giorgi e in campo tanti grandi giocatori: il compianto Stefano Borgonovo al centro dell’attacco, un giovane Stefano Pioli al centro della difesa, il Cucciolo Dunga a fare diga in mezzo al campo e a ispirare, con la 10 sulle spalle, Roby Baggio.
Dall’altra parte, come abbiamo già scritto, una squadra appena catapultata in Serie B con qualche individualità interessante. Sotto la guida di Aldo Cerantola c’erano alcuni personaggi che avrebbero poi scritto pagine importanti del calcio siciliano. Gente come Antonello Laneri (stimato direttore sportivo) e Tommaso Napoli, mentre in attacco militavano Giovanni Sorce e Francesco La Rosa.
La partita si sblocca dopo 16 minuti: Amato esce a vuoto sugli sviluppi di una punizione, Battistini ne approfitta e con un colpo di testa va in rete. La partita si mette in discesa per i gigliati che al 37′ trovano la rete del raddoppio. Stavolta arriva da calcio d’angolo con il servizio di Baggio per Di Chiara, che ben appostato sul primo palo spizza di testa quel tanto che basta per battere ancora il portiere. Si arriva così al secondo tempo e allo show del Divin Codino.
Una rete scolpita nella storia
Siamo al minuto 64. La palla spiove nel cuore dell’area dove c’è Roberto Baggio. Il numero 10 della Fiorentina lascia rimbalzare la sfera, vede con la coda dell’occhio l’uscita di Amato e lo aggira con un sombrero. Il suo controllo a seguire induce tre giocatori di casa a mettersi sulla linea di porta, il portiere prova a rientrare in scivolata ma Roby lo manda al bar con una finta. Poi basta una finta di corpo per disorientare un difensore gialloblu e creare la luce giusta per calciare verso la porta di avversari ubriacati dalle movenze di un talento strepitoso.
Una perla che suscita una sola e corale reazione, ovvero gli applausi di tutto il “Dino Leotta”. Sono tutti in ginocchio davanti al campione, nonostante il grande dolore – quasi umiliante – inflitto alla squadra del cuore degli spettatori. Per oltre un minuto si sente solo lo scrosciare delle mani dei licatesi, attoniti davanti a una giocata che avevano forse visto fare solo in TV ai grandi funamboli del calcio mondiale.
Nel finale ci sarà spazio anche per il rigore con cui La Rosa fisserà il punteggio sull’1-3. Ma negli occhi e nei cuori di tutti resteranno quei sette secondi di pura estasi calcistica.
